“Dopo le manifestazioni tenutesi in Francia, Germania, Belgio ed Europa dell’Est, la protesta degli agricoltori ed allevatori arriva anche in Italia e nel nostro Abruzzo”. Afferma Quirino D’Orazio, già Sindaco e Consigliere della Provincia “che tante sono le ragioni gridate dai nostri manifestanti, che non condividono i contenuti delle nuove direttive europee, che prevedono standard ambientali troppo gravosi, che fanno lievitare i costi di produzione, che già risentono dell’incremento dei costi per l’acquisto dei semi, del carburante, dei pesticidi e dei fertilizzanti.
Tutto aumenta tranne i prezzi di vendita dei prodotti, che restano a livelli sempre più bassi, ormai da diversi decenni, poiché la concorrenza generata dal mercato globale non lascia alternative.
Troppa la differenza del prezzo pagato al produttore rispetto a quello sostenuto dai consumatori, in pochi passaggi di filiera.
Non solo, gli agricoltori contestano anche le nuove linee dettate dall’Europa, contenute nella cosiddetta “Farm to Fork” (F2F), che in nome di una filiera produttiva più sostenibile, incentiverebbe l’uso di nuovi Ogm, nonostante quanto stabilito dalla sentenza della Corte di Giustizia Europea nel 2018. (https://www.theparliamentmagazine.eu/news/article/ecj-rules-that-new-breeding-techniques-are-gmos).
Si contesta, inoltre, la volontà di incentivare il consumo di cibi definiti “sostenibili”, che altro non sono che prodotti realizzati anche con farine di insetti, sostenendo la transizione alimentare verso nuove abitudini, che mal si conciliano con le nostre tradizioni e con la nostra cultura, apprezzate in tutto il mondo;
Maggiore chiarezza merita poi il delicato punto del cambiamento climatico, in nome del quale, si chiedono agli imprenditori agricoli enormi sacrifici, spingendoli a lasciare incolti diversi ettari di terreno, in cambio di scarsi incentivi, imponendo loro sistemi di economie circolari, con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale dei settori della trasformazione alimentare, del commercio al dettaglio ed intervenendo sui trasporti, lo stoccaggio, l’imballaggio e il ciclo dei rifiuti alimentari.
Da figlio orgoglioso di agricoltori, – continua – quello che mi sento di dire, è che di buone ragioni per protestare, ce ne sono davvero tante e tutte nobili.
Calando la protesta nel nostro comprensorio,
ad esse aggiungerei anche quella per la realizzazione di un degno impianto irriguo, di cui si parla da svariati decenni, ma che ancora ad oggi manca.
Mi auguro con tutto il cuore, che questa mobilitazione non venga sollecitata dai vertici solamente per l’accaparramento di qualche voto in più, in vista delle prossime elezioni europee, sfruttando il malessere dei nostri cari agricoltori ed allevatori, per poi, dopo il voto, lasciare tutto così come è!
per questo esprimo vera e sincera solidarietà a questo settore economico d’eccezione, che rappresenta da sempre un indotto strategico mondiale, che merita rispetto e massima attenzione da parte dei vertici di partito non solo nazionali, ma anche europei”.