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Psicologo di base in Abruzzo: caso approda in Consiglio

Interpellanza del consigliere del M5S Domenico Pettinari: Verì ha annunciato impegno nel voler dotare la Regione di un impianto normativo che istituisca lo psicologo di base, al pari del medico generale

“Un sistema sanitario efficace dovrebbe saper intercettare il peso crescente dei disturbi psicologici della popolazione. La pandemia ha evidenziato l’enorme bisogno, ma anche la carenza, nelle aziende sanitarie locali dell’assistenza convenzionata rivolta agli utenti. Per questo oggi ho voluto interrogare l’Assessore Nicoletta Verì e il Presidente Marco Marsilio per capire cosa intende fare il centrodestra per garantire agli abruzzesi un supporto assistenziale, anche psicologico, nel servizio sanitario pubblico. L’Assessore ha annunciato l’impegno nel voler dotare la Regione Abruzzo di un impianto normativo che istituisca lo psicologo di base, al pari del medico generale. Una promessa che mi lego al dito e su cui monitorerò con attenzione per verificarne l’iter. Questa è una battaglia di giustizia che non intendo tralasciare, siamo già in ritardo a mio avviso: da un lato abbiamo una popolazione che chiede sempre più aiuto psicologico, dall’altro abbiamo medici di base che si trovano a dover fronteggiare situazioni critiche senza avere gli strumenti adeguati e senza potersi appoggiare a una rete, interna al sistema sanitario locale, su cui dirottare i pazienti bisognosi di supporto. Bisogna attivarsi e subito!”.

Ad affermarlo è il Vicepresidente del Consiglio Regionale Domenico Pettinari (M5S) commentando la sua interpellanza discussa oggi in aula.

“Da un’osservazione generale dei bisogni della popolazione – spiega Pettinari – emerge, in modo sempre più conclamato il bisogno legato alla salute pubblica della figura dello psicologo di base. Un tema da sempre oggetto di analisi, ma reso ormai indifferibile anche dalla grave emergenza sanitaria che ha investito il nostro Paese. Tale emergenza, infatti, ha fatto affiorare prepotentemente esigenze e bisogni molto diversificati e tanto complessi della sfera psicologica delle persone. Sarebbe auspicabile un’ampia diffusione del servizio di Psicologia di Base al fine di garantire un primo livello di servizi di cure psicologiche che sia accessibile, efficace, economicamente sostenibile ed integrato con gli altri servizi sanitari e socio-sanitari, anche mediante lo sviluppo di una rete di collaborazione con i Medici di medicina generale e con i pediatri di libera scelta, nonché con gli altri professionisti sanitari e socio-sanitari presenti sul territorio”.

“Lo Psicologo di base potrebbe connotarsi come uno specialista convenzionato con il S.S.N. la cui funzione preminente si colloca nei compiti di diagnostica, assistenza e prevenzione del disagio psicologico. Il suo intervento dovrebbe essere garantito dallo Stato e, al cittadino, spetterebbe il solo pagamento del ticket, così come è già consolidata consuetudine nella medicina in generale in tutte le sue branche specialistiche. Un supporto anche per il medico di base che, nel momento in cui rileva segnali del disagio psichico e psicologico, può inviare ad una visita specialistica i pazienti per combattere depressione, ansia, devianza giovanile, atti illeciti e violenti, rotture familiari, fino ad arrivare alle dipendenze generate dal gioco d’azzardo patologico, che, in questo momento storico, più di altri sta mietendo numerose vittime. Importante sottolineare che anche nel caso di pazienti in età evolutiva lo Psicologo di Base, in collaborazione con le scuole del territorio, dovrebbe occuparsi della fascia di età che va dall’infanzia all’adolescenza. Una fascia particolarmente a rischio di disagio, causato anche delle complesse dinamiche intercorrenti nei nuclei familiari”.

“Il servizio sarebbe un essenziale strumento per promuovere il benessere individuale e collettivo, con la finalità primaria di accogliere ed intervenire sulla sfera psichica delle persone e alleggerire i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta da richieste non appropriate. Troppo spesso infatti il medico o il pediatra si trovano davanti a situazioni che richiederebbero un altro approccio”.

“Ma in assenza di una rete qualificata e riconosciuta non si sa a chi appoggiarsi e troppo spesso i disturbi non vengono adeguatamente codificati e gestiti. Ora è chiaro che la Regione Abruzzo, alla luce della situazione sanitaria e delle ripercussioni legate alla pandemia da Covid-19, dovrebbe intervenire con l’adozione di opportuni strumenti normativi, atti a riconoscere la figura dello Psicologo di base quale sostegno della salute psichica dei cittadini abruzzesi. Mi auguro che l’impegno preso dall’Assessore Verì in Consiglio regionale abbia un seguito e non rientri nella sfera, già troppo ampia, di parole a cui poi i fatti non sono mai seguiti” conclude.

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