Il Comune Chieti, nell’ambito del progetto di raddoppio e velocizzazione della Pescara- Roma, vuole l’interramento della ferrovia in un ampio pezzo del proprio territorio, per circa cinque chilometri.
Una posizione emersa in una conferenza stampa congiunta tenuta dai sindaci di Chieti e San Giovanni Teatino, Diego Ferrara e Giorgio Di Clemente.
“Nel caso specifico di Chieti è fondamentale che una tratta che riguarda il centro urbano debba essere interrata – ha spiegato Febo. Parliamo di circa cinque chilometri, da via Tirino, quindi dallo stadio, fino a Madonna delle Piane, dove ci sono funzioni importanti: c’è la parte sportiva dello stadio, c’è nostra la stazione storica, ci sono altre funzioni del centro storico, ci sono l’università e l’ospedale. Noi immaginiamo su questa tratta, che sotto passa la velocizzazione e il collegamento con le altre città, e sopra c’è un collegamento urbano, dolce, pedonale e con le biciclette. Il progetto di Rfi fa semplicemente un raddoppio, cioè una tecnologia di 150 anni fa che viene riproposta oggi ed è improponibile, oltre a creare danni ai cittadini, perché ci saranno sicuramente demolizioni di fabbricati e anche perdite di valore perché aumentando la dimensione, il doppio binario, avremo una doppia funzione: quella di metropolitana di superficie che collegherà Chieti a Teramo, e in più quella che va verso Roma, quindi con un aggravio di costi per i cittadini e nessun vantaggio per collettività”.
Si batte per l’interramento anche San Giovanni Teatino, con il sindaco che lo scorso 22 marzo si era incatenato al passaggio a livello di Sambuceto. “Questo è un progetto irrealizzabile, che non ha le fasi di fattibilità, noi chiediamo un’alternativa di interramento che riguardi più luoghi possibile del nostro territorio, ma come minimo partendo dall’area centrale – ha detto Di Clemente. Poi ben venga tutto, perché oggi se amiamo la vita dobbiamo amare il verde, una pista ciclopedonale che possa dare bellezza e non distruzione. Questo progetto distrugge il paese, distrugge il centro come tutto il territorio: non accetterò mai una linea ferrata in superficie con il raddoppio e con le distruzioni delle realtà locali”.