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Ricostruzione: «Ancora zero certezze per i lavoratori», richiesto tavolo dai sindacati

«Continua l’inesorabile esodo dei lavoratori della ricostruzione. Parliamo di personale assunto dal concorso RIPAM con contratto a tempo indeterminato, teoricamente 200 unità (di cui 128 lavoratori assunti dal Comune dell’Aquila e 72 lavoratori assunti dagli otto UTR) a cui si aggiungono altri 100 lavoratori contrattualizzati a tempo determinato tra i due Uffici Speciali e il Comune dell’Aquila». Così incomincia una nota diramata dai sindacati FP Cgil e Cgil sui dati della situazione attuale che coinvolge i lavoratori della Ricostruzione aquilana e nei Comuni del Cratere.

La FP Cgil e la Cgil, congiuntamente, hanno inviato in questi giorni una richiesta di convocazione del Tavolo di Coordinamento Regionale per la Ricostruzione, con all’ordine del giorno le problematiche dei lavoratori e delle lavoratrici della ricostruzione e nello specifico la vicenda della soppressione degli UTR e il conseguente transito dei lavoratori all’Ufficio Speciale della Ricostruzione dei Comuni del Cratere.

«Nelle norme di riferimento – si legge nella nota diramata alla stampa – nulla è indicato per quanto concerne le modalità di transito dei lavoratori, è necessario ricordare che parliamo di 72 unità lavorative con contratti di lavoro incardinati nei comuni di riferimento degli otto UTR e che entro il termine di luglio 2018 dovranno transitare dal Comune di appartenenza all’Ufficio Speciale di Fossa, senza avere, ad oggi, specifiche normative né sulle modalità di passaggio né sulle condizioni economiche. A tutto questo si aggiunge l’ormai nota vicenda, già denunciata nei mesi scorsi, della condizione sovrannumeraria (essere dichiarati lavoratori in esubero dalle diverse amministrazioni locali di appartenenza) a cui andrebbero incontro i lavoratori a tempo indeterminato all’avverarsi, nel 2023, del termine di fine ricostruzione. Tale situazione continua a generare una seria preoccupazione tra i lavoratori. Infatti dei 200 lavoratori interessati molti hanno già sottoscritto o si apprestano a sottoscrivere contratti di assunzione con altre amministrazioni, risultando idonei in diverse graduatorie. Altri stanno chiedendo la mobilità verso altri luoghi di lavoro».

«Ad oggi, infatti, dei 72 lavoratori degli UTR ne risultano in forza poco più di 50 lavoratori, dei 128 lavoratori del Comune dell’Aquila ne risultano in forza circa 112 unità lavorative. Ai lavoratori assunti con concorso RIPAM, al fine di comprendere compiutamente la platea dei lavoratori interessati, si aggiungono altri 25 lavoratori dell’USRA, 25 lavoratori dell’USRC e 53 lavoratori del Comune dell’Aquila, numeri ad oggi sempre teorici, tutti contrattualizzati con contratto a tempo determinato con scadenza contrattuale al 31 dicembre 2018, con ulteriore proroga sino al 31 dicembre 2020. Lavoratori che coerentemente al disposto della legge Madia e delle successive circolari emanate in applicazione della predetta norma continuano a chiedere certezza delle risorse disponibili da utilizzare per la stabilizzazione. In assenza di tali certezze di stabilizzazione, dei 25 lavoratori dell’Ufficio Speciale della Città dell’Aquila ne risultano in forza circa 19 unità, dei 25 dell’Ufficio Speciale dei Comuni del Cratere ne risultano circa 22 unità. Possiamo affermare che dei 300 lavoratori interessati ai processi di ricostruzione, circa 50 hanno già scelto – se di scelta si può parlare o piuttosto costrizione – di ricercare soluzioni lavorative definitive fuori dal sistema della ricostruzione, tutto ciò con il rischio concreto di rallentare i processi ricostruttivi. Famiglie che hanno prima scelto di vivere nei nostri territori e poi si sono viste costrette ad un cambio di vita rifugiandosi in altri luoghi pur di avere garanzie di continuità lavorativa, famiglie che hanno contribuito in questi anni al rilancio dei comuni gravemente colpiti dal sisma del 2009».

Fonte: FP CGIL, CGIL

Foto di: Corriere della Sera

 

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