L’Abruzzo, in linea con l’obiettivo nazionale per la percentuale di rifiuti differenziati, ha raggiunto il 64,63%, ponendosi al pari con la media del paese. All’interno della regione però c’è una disuguaglianza tra i territori che rende la situazione alquanto eterogenea. Si passa dal 71,9% di Teramo, che ricicla quindi più della media nazionale, al 39,4% dell’Aquila che invece si attesta a percenutali di riciclo molto più basse. Questo nonostante risulti che, nel bilancio consuntivo 2021, nel capoluogo abruzzese siano stati spesi 220 euro a persona, molto più della media nazionale, per un totale di 15,2 milioni di euro.
La fotografia è stata scattata dalla Fondazione Abruzzo Openpolis, che ha raccolto i dati pubblicati dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Nella Marsica la percentuale di raccolta differenziata più elevata si registra nel comune di Scurcola Marsicana, che ha raggiunto il 77,8% collocandosi al di sopra della media nazionale. Il trend positivo si conferma, tra gli altri, nei comuni di Avezzano, Luco, Trasacco, Collelongo e Capistrello, con oltre il 75%. Maglia nera invece a Cappadocia, dove si evidenzia – sempre secondo lo studio di Openpolis – una criticità nella gestione dei rifiuti. Il comune marsicano infatti raggiunge appena il 29,3% sulla differenziata.
Il problema della gestione dei rifiuti, tuttavia, parte da lontano e nei decenni è andato via via aumentando. Negli ultimi anni, inoltre, una maggiore sensibilità nei confronti della protezione ambientale ha contribuito ad accendere i riflettori su questo tema.
Nel 2014 l’Unione europea ha segnalato ben 84 discariche abusive presenti in Italia, 13 in Abruzzo, di queste ne sono state recentemente bonificate 12.
G.Mon