“Con la riforma dello sport approvata nei mesi scorsi sono a rischio chiusura decine di piccole Associazioni dilettantistiche (Asd) che, soprattutto nei piccoli centri dell’entroterra, assolvono anche a funzioni sociali essenziali per la sopravvivenza delle stesse comunità”.
La denuncia arriva da Noemi Tazzi, presidente regionale C.s.a.In. Abruzzo (Centri sportivi aziendali industriali), che spiega come il decreto legislativo in tema di enti e lavoratori sportivi “prevede profondi cambiamenti in materia fiscale, previdenziale, assicurativa e civilistica comportando gravami burocratici scoraggianti per chi, come tanti, svolge questo tipo di attività in modo volontario”.
“È un’autentica emergenza, di cui nessuno si occupa – accusa Tazzi – raccogliamo quotidianamente il grido di tante associazioni che stanno prendendo la decisione di chiudere, soprattutto quelle che si trovano nei paesi o nelle frazioni”.
“Ci rivolgiamo ai sindaci – aggiunge la presidente dello C.s.a.In. Abruzzo – perché sono l’avanposto dello Stato sui territori ed è da loro che ci aspettiamo la prima mano tesa, perché potrebbero essere i primi a fornire degli auti magari agevolando l’utilizzo degli impianti, alleggerendo gli oneri a carico delle associazioni e, perché no, dando il loro contributo mettendo a disposizione gli uffici comunali, senza gravare troppo sui bilanci, per assistere le Asd nella gestione fiscale”.
“Ma è ai rappresentanti abruzzesi in Parlamento che vogliamo chiedere di trovare un modo per salvare tante realtà sportive – conclude Tazzi – perché la riforma ha incrementato troppo i costi di gestione delle Asd, considerando che sono cambiate anche le regole dei rapporti di lavoro, con nuovi oneri contributivi e fiscali. È bene ricordare, che gran parte della galassia delle Asd è composto da volontari mossi da sola passione che, davanti a tali nuovi ostacoli, saranno scoraggiati a farsi carico di gravose responsabilità”.