“L’imprevedibilità di un fatto va contestualizzata al momento, se fosse arrivata all’improvviso senza il minimo preavviso, allora potrei credere in un destino amaro per mio fratello Dino e per mia cognata Marina, ma qui si tratta di situazioni diverse in un lasso di tempo ampio che se fossero state prese in considerazione, forse oggi parleremo di altro”.
Così Alessandro Di Michelangelo fratello del poliziotto Dino Di Michelangelo, tra le 29 vittime insieme a sua moglie Marina Serraiocco, nella tragedia di Rigopiano, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza dello scorso 23 febbraio, depositate oggi dal Gup Gianluca Sarandrea.
“Le nostre richieste di verità erano ben altre, se le anticipazioni di queste ore dovessero rispecchiare totalmente il contenuto delle 300 pagine delle motivazioni del Gup – conclude Di Michelangelo all’ANSA – allora prenderei atto con rammarico che nessuno ancora ci ha dato risposte concrete, risposte che evidentemente dovranno essere nuovamente ricercate, si spera, in Appello”.