E’ sufficiente il sospetto di un tumore alla prostata per mettere in azione, con compiti ben definiti e distinti, una squadra composta da 6 servizi che prende per mano il paziente e lo guida, passo dopo passo, all’interno di un percorso terapeutico-assistenziale che lo porterà, a seconda dei casi, alla chemioterapia, alla radioterapia o alla sala operatoria.
Il paziente, rispetto a quanto accaduto finora, non dovrà più bussare, di volta in volta, alla porta dei singoli specialisti che intervengono nella catena di visite e accertamenti. Si tratta di un nuovo modello multidisciplinare, attivato da pochi giorni all’ospedale San Salvatore di L’Aquila, che potrebbe rivelarsi molto efficace alla luce dell’alto tasso di incidenza del cancro alla prostata in Abruzzo e piu’ in generale in Italia. Al San Salvatore, ogni anno, il chirurgo asporta oltre 100 lesioni tumorali dalla ghiandola a cui si aggiungono, al di fuori della sala operatoria, circa 600 trattamenti di tipo diverso. Va ricordato che il cancro alla prostata rappresenta la neoplasia non cutanea piu’ comune del sesso maschile, con un tasso di mortalità che è secondo solo a quello del cancro al polmone.
In sostanza, la ‘prostate unit cancer’ – questo il nome del nuovo pool multidisciplinare di specialisti – una volta messa in funzione, procede per step prestabiliti grazie al lavoro di urologia, radiologia, anatomia patologica, radioterapia, oncologia, medicina nucleare. Ogni caso, al termine di accertamento e diagnosi, viene sottoposto in modo quasi codificato, in base alla sua specificità, a un dato trattamento. Il nuovo approccio metodico valorizza le diverse professionalità del San Salvatore tramite un’azione in stretta sinergia. La fase di avvio dell’itinerario diagnostico-terapeutico è costituita dalla visita dall’urologo e, da quel momento, il paziente entra nel pool composto dai 6 servizi che lo seguirà passo dopo passo dalla diagnosi fino, a seconda dei casi, all’intervento chirurgico, alla chemioterapia o alla radioterapia. La diagnosi, peraltro, si avvale della biopsia – eco guidata o RM guidata, a seconda della sede del tumore – e della risonanza magnetica multiparametrica (3 tesla), eseguita solo in pochi ospedali italiani. Si tratta di un esame che fornisce immagini ad alta risoluzione e dettagliate informazioni sulle lesioni della prostata che consentono di individuare il punto preciso su cui eseguire la biopsia.
Fonte: ASIpress
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