Sono quasi mille i posti letto persi nelle strutture ospedaliere abruzzesi dal 2010 al 2019, nonostante una spesa di quasi 3 miliardi di euro (2,8) l’anno per garantire le prestazioni sanitarie.
In quasi un decennio l’Abruzzo è infatti passato da 5.333 posti letto a 4.361, con un calo di 972 unità, pari al 18,2%: si tratta di una variazione particolarmente evidente nelle aree interne. Il calo più importante ha riguardato le province di Chieti (-32%) e Teramo (-18,5%), seguono il Pescarese (-14,4%) e l’Aquilano (-3,7%).
La fotografia, scattata da Abruzzo Openpolis, restituisce una immagine di come è cambiata la Sanità regionale in nove anni.
Il calo dei posti letto non riguarda però l’intero sistema ma principalmente le strutture pubbliche, passate da 4.251 unità del 2010 a 3.377 del 2019 (-20,6%).
Le case di cura private, invece, nel 2019 avevano 984 posti letto, a differenza dei 1.082 in dotazione nove anni prima (-9,1%).
A livello territoriale tra gli ospedali a gestione diretta, la struttura “Santi Filippo e Nicola” di Avezzano ha perso in quasi un decennio il 18,39% dei posti letto: si è passati infatti dai 261 del 2010 ai 213 del 2019. Il calo più importante riguarda però Tagliacozzo, che in nove anni ha perso il 34,42% dei posti, passati da 61 a 40.
Sul fronte delle case di cura accreditate, invece, i numeri restano invariati per la Nova Salus di Trasacco, che ha mantenuto 30 posti letto; si registra poi un aumento dei posti per L’Immacolata di Celano, con 54 unità nel 2010 e 70 nel 2019.
Solo due case di cura, la clinica Di Lorenzo e la Ini di Canistro, registrano un calo, essendo passate rispettivamente da 85 a 70 e da 41 a 30.