«Nei giorni scorsi, abbiamo subito ingenti furti di rame e gravi danneggiamenti all’interno dello stabilimento; ieri sera con la mia famiglia sono dovuto uscire nascosto in un’auto dei Carabinieri; stamattina c’era sempre il solito gruppo di persone che non ci permettono di lavorare, bloccando entrate e uscite. Io, la mia famiglia, i dipendenti e i fornitori non ci sentiamo sicuri». Le parole, taglienti come lame, sono risalenti a ieri, diffuse attraverso una nota stampa.
E’ la denuncia del patron dell’Acqua Santa Croce, Camillo Colella, in merito alla difficile situazione che si é venuta a creare dentro e fuori lo stabilimento di Canistro, dove sono tornati caos e paura dopo le tensioni dei mesi scorsi causate da presidi e blocchi di operai e sindacati scesi in piazza. La societá Santa Croce, proprietaria dell’omonimo marchio di acqua minerale e dello stabilimento di Canistro, ha presentato una serie di esposti, contro ignoti ma anche contro noti, per denunciare i gravi episodi che da giorni si stanno verificando. Le denunce sono state indirizzate alle autoritá competenti, tra cui la Procura della Repubblica di Avezzano e il Prefetto dell’Aquila.
La situazione da collegare alla complessa e conflittuale vicenda della concessione della sorgente Sponga di Canistro che, fino a circa un anno fa, era assegnata alla Santa Croce, vincitrice di un bando poi annullato dal Tar, al quale si era rivolto il Comune di Canistro.
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Fonte: Asipress