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Scatta l’operazione “Hera”: beccate società percepenti contributi Covid

Portata a termine dalla Polizia l'operazione "Hera": ha consentito il sequestro di immobili e attività commerciali per un valore di 100 milioni di euro.

Beni ed assetti societari, cooperative sociali ed aziende agricolo-faunistiche, locali di pubblico intrattenimento, hotel e immobili oltre al congelamento di somme di denaro in paesi esteri, per un valore complessivamente stimato di circa 100 milioni di euro. É il risultato dell’operazione “Hera” della Polizia di Stato e della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Messina.

In particolare, la Divisione Anticrimine e il Servizio Centrale Anticrimine, nel quadro di una più ampia strategia di contrasto avviata dalla Direzione Centrale Anticrimine, hanno eseguito un provvedimento di sequestro emesso, ai sensi della normativa antimafia, su proposta congiunta del Procuratore della Repubblica e del questore di Messina.

Dallo svolgimento delle indagini è emerso, nel dettaglio, che le compagini societarie destinatarie del provvedimento di sequestro hanno percepito finanziamenti pubblici erogati dallo Stato, nel quadro delle misure a sostegno dell’economia in conseguenza dell’attuale emergenza sanitaria legata al Covid19, per un importo complessivo di circa 500.000 euro.

Gli immobili interessati dal sequestro, tra cui numerose ville di consistente valore, sono tutti ubicati nell’area milazzese e nebroidea. Per quanto riguarda i conti esteri, è stata attivata, invece, per la prima volta nell’area messinese, la procedura del “congelamento dei beni” prevista dal Regolamento europeo per il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e confisca, recentemente introdotto anche nell’ordinamento italiano.

Le attività soggette ad accertamenti antimafia, inoltre, interessate delle diposizioni in materia di pubblici appalti, concessioni ed autorizzazioni, verranno segnalate al prefetto per l’adozione di provvedimenti interdittivi.

«Grazie all’ineliminabile strumento delle misure di prevenzione patrimoniali – ha commentato il direttore centrale Anticrimine, prefetto Francesco Messina, – è possibile colpire i patrimoni illecitamente accumulati nel tempo in conseguenza dell’agire mafioso, oltre che raggiungere con provvedimenti restrittivi della libertà personale componenti e concorrenti delle strutture mafiose».

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