Non doversi procedere per intervenuta prescrizione: con questa formula il collegio del Tribunale dell’Aquila ha prosciolto i sette imputati, finiti alla sbarra per i lavori di ristrutturazione del De Nino-Morandi di Sulmona, la cui sede storica risulta chiusa dal 17 ottobre 2014, per i sigilli posti dalla Guardia di Finanza dell’Aquila su disposizione della Procura della Repubblica.
A quasi dieci anni dal sequestro si arriva a conclusione della vicenda giudiziaria per sette tecnici tra cui l’ex responsabile della Provincia dell’Aquila e il Rup, residente a Sulmona.
Le accuse contestate – come riporta l’Ansa – erano di falso e truffa ai danni dello Stato.
Secondo la procura, sarebbero state commesse delle irregolarità nelle procedure di affidamento degli appalti, assegnati dall’amministrazione provinciale dell’Aquila.
L’inchiesta, partita nel 2012, subì una svolta quando si incrociò con la vicenda di Massimo Tomeo, l’imprenditore vastese barricatosi più volte negli uffici della provincia dell’Aquila, a via Monte Cagno, per protestare per i mancati pagamenti, da parte di un’Ati, per prestazioni eseguite dalla sua impresa, la Mcr srl, ditta subappaltatrice nei lavori di messa in sicurezza del plesso De Nino-Morandi. Dopo quasi un decennio è arrivata la prescrizione con l’unica condanna al risarcimento per l’impresa in qualità di persona giuridica.
Processo chiuso e scuola chiusa. Una vicenda che ha dell’incredibile per il comitato, presieduto dall’ex docente, Franco D’Amico. “Abbiamo lavorato alacremente in questi anni per consentire alla popolazione scolastica di rientrare a Sulmona in una sede alternativa. Ma la vicenda sta diventando un caso nazionale. Processo chiuso e scuola ancora sotto sequestro. Non si è mai vista una cosa del genere. Per questo stiamo valutando nuove azioni”- annuncia D’Amico. La Provincia dell’Aquila intanto, fa sapere il presidente, Angelo Caruso, sta andando avanti con le procedure per bandire la gara d’appalto dopo il passaggio di consegne dal Provveditorato alle Opere Pubbliche.