“Il Presidente Draghi è stato impeccabile, nel discorso rigoroso ma emozionante, nel riconoscere il lavoro fatto finora, nel prendere impegni sul presente e sul futuro, nel comprendere che bisogna ancora accelerare. Nel confermare il 1 miliardo e 780 milioni di euro del Fondo complementare del Pnrr e nell’annunciare alcuni dei progetti (come la Scuola per la Pubblica amministrazione) su cui stiamo lavorando e nel ribadire che la ricostruzione va completata in tutto il cratere. Ho potuto chiedergli, così come mi ero impegnata a fare, di mandare avanti la mia proposta di legge per i familiari delle vittime come necessaria ricucitura di uno Stato che ammette i suoi doveri morali e politici ed ammette di dover colmare almeno parzialmente un grande buco nero. So che ci sta lavorando e questa mattina il Presidente Draghi me lo ha confermato. E io non mollerò un giorno per questo obiettivo perché non basta un monumento, per quanto bello”.
Lo dichiara Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“I nomi delle vittime scolpiti nella fontana del Parco – prosegue l’esponente dem – richiamano volti e vite che non ci sono più. E la città è chiamata a fare i conti con quanto accadde. Ora più che mai, perché la divisione artificiale di questa mattina tra chi c’era e chi non c’era trovi lo spazio e la voglia di una ricomposizione. In questi giorni ho pensato molto ad Antonietta Centofanti che ci ha lasciati troppo presto. Ed è la prima volta che si ricordano le 309 vittime del terremoto del 6 aprile senza la sua presenza vigile ed accorata insieme, e poi proprio lì nel Parco della memoria a cui lei con altre e altri aveva dedicato ogni attenzione. E mancavano molti familiari, alcuni avevano annunciato la loro assenza, altri non hanno saputo e non sono stati chiamati. Peccato. Peccato che anche in questa circostanza il Sindaco abbia diviso la città. E non potrà fare nulla Draghi per riunire ciò che è stato diviso, dobbiamo farlo tutti noi, con impegno, in silenzio, con rispetto per un dolore così grande. Perché diciamo la verità, 12 anni sono passati ma la ferita ancora sanguina e se tutti e tutte vogliamo guardare oltre e costruire altro, non sarà utile la rimozione e sarà indispensabile che le famiglie delle vittime riconoscano il Parco della memoria ed ogni luogo della città e del cratere come proprie, come la loro casa più robusta e sicura. Draghi ha confermato che lui accompagnerà questo percorso, ma il resto dobbiamo farlo noi.