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Stati generali dell’Economia: “Il futuro dell’Abruzzo passa per trasporto merci”

"Il futuro dell'Abruzzo e del Mezzogiorno italiano passa per la vocazione del trasporto merci verso il versante adriatico, con la rete ferroviaria collegata con un sistema di porti". Lo ha detto Vera Fiorani, amministratore delegato e direttore generale di Rete ferroviaria italiana.

“Il futuro dell’Abruzzo e del Mezzogiorno passa per la vocazione nel trasporto merci del versante adriatico, con la rete ferroviaria collegata con il sistema dei porti. Una vocazione che si completa con il potenziamento della ferrovia Pescara-Roma, una grande opera dal valore di oltre 6 miliardi di euro, di cui nell’arco dell’anno prossimo progetteremo anche quelle parti che al momento ancora non sono finanziate”.
 
È un passaggio dell’intervento di Vera Fiorani, amministratore delegato e direttore generale di Rete ferroviaria italiana (Rfi), nel corso della seconda e conclusiva giornata di “Abruzzo Economy Summit”, la conferenza regionale sui temi dell’economia, della crescita e dello sviluppo, due giorni che si è conclusa nel pomeriggio a Pescara. Un evento organizzato dalla società di comunicazione Mirus, in collaborazione con la Regione Abruzzo e Confindustria Chieti Pescara, con il ruolo di media partner affidato al quotidiano Il Sole 24 Ore. A moderare il dibattito il giornalista Massimo Giletti, conduttore della trasmissione Non è l’Arena di La7.

Momento clou della giornata, contraddistinta dalla presenza di molti e autorevoli protagonisti della vita economica e politica del Paese, il collegamento del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Nel programma odierno anche l’intervento dell’amministratore delegato del Mediocredito Centrale, Bernardo Mattarella, il quale ha indicato come grande opportunità, anche per l’Abruzzo, “il pacchetto di interventi di alcuni miliardi di euro che il Ministero del Turismo sta mettendo a punto. Uno di questi è una sezione speciale del Fondo di garanzia,dedicato alle imprese del turismo: sono 358 milioni e potrebbero usufruirne secondo le nostre stime circa 11-12 mila imprese”. Il manager ha poi aggiunto: “gestiamo il fondo di garanzia per le piccole e medie imprese dal 2000. A fine febbraio 2020 abbiamo raggiunto il milione di domande mentre tra marzo 2020 e agosto 2020 abbiamo fatto un altro milione di operazioni di garanzia: quindi in 5 mesi abbiamo fatto lo stesso lavoro dei 20 anni precedenti. Ad aprile abbiamo inoltre fatto uno studio con Svimez suddividendo circa 250 mila piccole e medie imprese che avevano fatto accesso al fondo in cinque categorie: la categoria 1 era la migliore e la 5 la peggiore. Senza l’intervento del dl liquidità ben 80 mila sarebbero passate dalle categorie 2 e 3 alla categoria 5. Con lo Stato e il sistema bancario noi nel nostro piccolo le abbiamo mantenute in vita”, ha concluso.
 
I saluti e l’introduzione dei temi in campo della giornata sono stati affidati al presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri. “Dobbiamo prendere consapevolezza che si apre per l’Abruzzo un biennio decisivo, in cui dovremo spendere le ingenti risorse del Pnrr e quelle dei fondi europei, e dovremo farlo non solo velocemente, ma pensando alle future generazioni: questo significa che sono soldi che non vanno utilizzati a pioggia per piccoli interventi, ma concentrati negli asset davvero strategici e portatori di sviluppo – ha spiegato Sospiri.
A fissare uno dei temi al centro del dibattito “L’economia abruzzese: una nuova alba dopo pandemia”, è stato Piero Cipollone, vicedirettore generale di Banca d’Italia. “L’Abruzzo ha un punto di forza, forse sottovalutato: un tasso di istruzione molto accentuato, superiore alla media del Mezzogiorno. C’è una buona qualità del capitale umano, ed è questa la vera leva dello sviluppo. Il problema è però che il rendimento del capitale umano va messo a frutto nel territorio. E in Italia accade che ogni anno vanno via 80mila laureati, per la semplice ragione che oltre confine guadagnano quattro volte tanto. Ecco perché occorre investire in ricerca e innovazione, occorre una crescita strutturale delle imprese. Le loro dimensioni, anche in Abruzzo, sono quelle di 70 anni fa, quando però le frontiere erano chiuse, e non c’era competizione internazionale”. A cogliere il nesso tra successo nello sport, gioco di squadra e ripresa economica è stato Gabriele Gravina, imprenditore abruzzese e presidente della Federazione italiana Gioco calcio (Figc). “Dietro la straordinaria vittoria agli Europei della nostra nazionale, che ha dato fiducia ad un Paese in un momento molto difficile, c’è un percorso, un progetto portato avanti con pazienza e tenacia, non è nata dal caso. Un progetto che ora prosegue puntando sui settori giovanili, auspicando la realizzazione di adeguate infrastrutture, a cominciare da nuovi stadi”, ha detto Gravina.

Ad intervenire anche il commissario straordinario della ricostruzione post sisma 2016, Giovanni Legnini. “La ricostruzione del Centro Italia e anche quella del 2009 – ha detto il commissario – rappresentano senza dubbio una delle leve fondamentali per la ripresa di quei territori. Oggi peraltro noi abbiamo anche la possibilità di coniugare al processo di ricostruzione le misure per lo sviluppo, quelle del Pnrr, riservate ai due crateri contenute nel Fondo complementare. Sulla ricostruzione privata abbiamo un fondo di 6 miliardi e altri dovranno essere stanziati su quella pubblica circa 4 miliardi, dovremo programmare 1,7 miliardi del Pnrr. In questo momento storico, insomma, non solo nel cratere, ma per tutti il Paese, non sono le risorse, ma la capacità di progettare, realizzare e attuare ed è ciò su cui stiamo lavorando”.  Ad affrontare il tema cruciale della Zona economica speciale (Zes) da attivare in 35 aree industriali di altrettanti comuni abruzzesi, è stato Mauro Miccio, commissario di Governo della Zes. “La Zes è un’opportunità di crescita per favorire gli insediamenti produttivi siano essi di servizi siano essi industriali, con agevolazioni dal punto di vista fiscale, in termini di credito d’imposta, la possibilità di spalmare gli utili in anni successivi, a cui si aggiungono investimenti a valere sui fondi statali ed europei a sostegno delle imprese – ha detto Miccio -. Lavoriamo a stringere i tempi per attivare la Zes abruzzese, ma non va dimenticato che da sola non basta: occorrono anche infrastrutture adeguate, porti, aeroporti, strade e ferrovie, serve formazione, un sistema scolastico, sanitario e di welfare all’altezza delle sfide globali”. Sestino Giacomoni, presidente della commissione di vigilanza sulla Cassa depositi e prestiti, ha poi evidenziato che “numeri alla mano, in Abruzzo il pil sta tornando a crescere con numeri sopra la media nazionale, l’export esprime importanti numeri, come la quota di risparmi. Ora vanno realizzate, in tutto il Paese, le priorità che io indico nelle tre ‘R’; spendere presto e bene i fondi del Recovery plan, fare le riforme, che l’Europa ci chiede, infine favorire e indirizzare il risparmio delle famiglie nell’investimento nell’economia reale”.
 
A tornare sul tema della Zes anche Silvano Pagliuca, presidente di Confindustria Chieti Pescara. “Di zone economiche speciali nel mondo ce ne sono oltre 4 mila. Le Zes di fatto hanno cambiato la geografia planetaria, i confini non sono più quelli politici, ma quelli definiti dai flussi energetici e dalle merci: sono confini economici. La buona notizia è che le Zes mediamente funzionano tutte. Ma c’è anche bisogno di connessioni digitali e infrastrutturali ottimali. L’Abruzzo non deve perdere un attimo di tempo, per istituire la sua Zes, per evitare il rischio di delocalizzazione. Non è un caso che la Riello è andata in Polonia attratta dalle Zes che lì sono già pienamente operative. Va evitato il cannibalismo tra territori europei, una inaccettabile concorrenza sleale”. 
Per il mondo delle imprese ha oggi preso la parola Riccardo Toto direttore Generale di Renexia, società della Toto spa, che si occupa dello sviluppo, della progettazione, della costruzione e della gestione di impianti per lo sfruttamento delle energie rinnovabili. “Sulle bollette, che registrano ora pesanti rincari la quota dell’energia è molto più bassa rispetto al costo di altre voci, i cosiddetti oneri di sistema, tra cui c’è anche il canone Rai, per fare un esempio. È fondamentale intervenire per sterilizzare gli aumenti e il Governo sta provvedendo. Una soluzione più strutturale potrebbe essere anche una completa liberalizzazione del mercato che porrà però sicuramente dei problemi legati alla rete che andrebbero risolti. Come Renexia, società abruzzese, siamo impegnati nella realizzazione di parchi eolici offshore, tra cui uno da 30 megawatt a Taranto, il primo in Italia, davanti all’Ilva che tanti problemi di inquinamento ha determinato, e che garantirà energia a circa 60 mila famiglie italiane. È in fase di progettazione un parco ancora più grande, di 2,9 gigawatt, nel canale di Sicilia, al limite delle acque territoriali italiane”.

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