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Sulmona, anatocismo, debito decimato in Tribunale

Il Giudice del Tribunale di Prato, Michele Sirgiovanni, ha riconosciuto l'addebito di interessi illegittimi, da parte della Mps Leasing

La giustizia decima il debito della banca. Il Giudice del Tribunale di Prato, Michele Sirgiovanni, ha riconosciuto l’addebito di interessi illegittimi, da parte della Mps Leasing e a seguito di una consulenza tecnica d’ufficio, che ha confermato le ragioni della cliente, ha disposto la riduzione del debito da circa 810.000 euro a soli 13.700 euro.

La vicenda risale al 2016, quando l’amministratrice della società si è rivolta al sulmonese Vincenzo Mazza, esperto in materia bancaria e finanziaria di assistenza debiti, per una consulenza tecnica su un’operazione di leasing immobiliare al fine di valutare se la banca avesse applicato interessi e spese illegittime nel corso del rapporto.

Dopo un’opportuna analisi del contratto di finanziamento e delle condizioni applicate, Mazza, con l’assistenza dell’avvocato Francesco Cantelmi del Foro di Sulmona, ha consigliato la società sulla strada da intraprendere per tutelare i propri diritti. La società, inizialmente, ha provato a raggiungere un accordo transattivo con la banca. Fallito il tentativo, dopo una lunga battaglia legale durata 7 anni, si è arrivati, in questi giorni, all’epilogo. Il Tribunale di Prato ha ritenuto rilevanti le contestazioni avanzate dal team difensivo della società, in particolare, quelle relative all’indeterminatezza e indeterminabilità del tasso di interesse applicato in contratto e quelle relative alla capitalizzazione composta occulta, ovvero l’anatocismo.

Per questo il giudice, nel dichiarare la “nullità parziale del contratto di finanziamento relativamente alle clausole di determinazione degli interessi”, ha praticamente azzerato il debito che aveva la società, condannando la banca anche al pagamento di tutte le spese legali.

“Questa ennesima, importante e storica pronuncia dimostra che, ancora oggi, Davide può battere Golia – dichiara il consulente della difesa Mazza e aggiunge che, “le norme che possono fare da argine ai potenziali abusi delle banche esistono e devono essere fatte valere nelle aule di Giustizia”.

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