“Ci risiamo, ancora un’aggressione nella casa di Reclusione di Sulmona nei confronti del personale operante all’interno, mediante l’uso improprio di lamette da barba del tipo consentito. Ancora una volta però e per fortuna, grazie al senso del dovere alla professionalità e alla tempestività mostrata dalle donne e uomini della Polizia Penitenziaria, da molti però sottovalutato, si è riusciti a scongiurare il peggio. Comunque sia si è andati vicini nel eguagliare i tragici eventi che hanno riguardato lo sfregio fatto ad un collega a Frosinone pochi giorni fa”.
Così in una nota il segretario locale UIL PA Polizia Penitenziaria Sulmona Gaetano Consolati.
“Ci chiediamo – prosegue – fino a che punto si dovranno spingere le aggressioni nei confronti degli appartenenti dello Stato prima che qualcuno si renda conto in quale condizione sono costretti a lavorare gli uomini e le donne della Penitenziaria? Di cosa devono essere ancora costretti a subire ogni giorno madri e padri che dignitosamente ogni mattina indossano con onore la divisa per portare a casa uno stipendio onesto nella speranza di terminare illesi il proprio turno di lavoro? Quando qualcuno dei piani alti vorrà intervenire a favore di noi servitori dello Stato?”
“Sono domande lecite e lecito sarebbe anche riceverne risposta da chi ci governa e che continua a mandare allo sbaraglio donne e uomini senza mezzi e armamenti adeguati, corsi di aggiornamento, vestiario e quant’altro. Ma forse è meglio fare qui questo disastroso elenco di lacune che viene colmato per fortuna dell’immenso e, ripeto, immenso spirito di abnegazione e dovere che gli uomini e le donne della Penitenziaria nutrono per questa divisa”.
“È tempo di dire basta a tutto questo. Basta ad aggressioni , basta a suicidi nel corpo. Basta a tutto questo menefreghismo nei nostri riguardi! È ora di salvaguardare, difendere e proteggere gli uomini e le donne della polizia penitenziaria.
Prima che sia troppo tardi!… O forse lo è?”, conclude.