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Taglio Parco-Sirente Velino, “Imprudente restituisca delega”

"Dopo la bocciatura del Governo arriva dalla Consulta la sentenza che mette una pietra tombale sull’assurda “riperimetrazione” del Parco Sirente-Velino"

Quando le cose si fanno coi piedi e, direi, con ostinata ignoranza e cattiveria, fanno la fine che meritano: vengono stracciate con le armi della ragione e del rispetto della legge.
Dopo la bocciatura del Governo arriva dalla Consulta la sentenza che mette una pietra tombale sull’assurda “riperimetrazione” del Parco Sirente-Velino.
Per motivi ancora oscuri o forse puramente ideologici – come se si dovesse dimostrare a chissà chi una indomita e muscolare ostilità anti-ambientalista – l’assessore Imprudente ha dedicato quasi esclusivamente la sua attività in questi anni a ridurre l’area protetta del Parco regionale, incurante delle critiche, dei suggerimenti, delle proposte alternative, degli emendamenti, delle firme raccolte da migliaia di cittadini.
Per questo Imprudente deve chiedere scusa e restituire la delega all’ambiente.
Lo ripeto: 1) un Parco aiuta l’economia. La qualità ambientale è un fattore premiante, richiesto da turisti, consumatori e cittadini: il brand del Parco aumenta il valore degli immobili, delle produzioni agro-alimentari, dell’intero marketing territoriale; 2) i danni della fauna selvatica sono un problema serissimo che peggiorerà, riducendo il Parco, perché solo i cinghiali potranno essere cacciati (soprattutto i maschi) disperdendo i branchi e aumentando la proliferazione dei cuccioli. I risultati si ottengono con il monitoraggio, la caccia selettiva, l’uso dei “corral” di cattura, la semplificazione delle procedure e l’aumento dei rimborsi per i danni in area parco; 3) l’uso del legnatico è un diritto dei naturali e aiuta la manutenzione del bosco e la prevenzione da frane e incendi. Bisogna aggiornare i dati catastali sulle proprietà pubbliche e private dei boschi, fare nuovi Piani di assestamento forestale, promuovere le amministrazioni dei Beni Separati; 4) le pratiche urbanistiche sono e resteranno di competenza comunale, non c’entra niente il Parco. Dipendono dalla Soprintendenza per il rispetto del Piano Paesaggistico che resta in vigore: si deve sveltire l’esame delle pratiche; 5) i progetti di sviluppo sostenibile (allevamento, agricoltura, accoglienza turistica, prodotti tipici, ristorazione, turismo in bici o a cavallo, trekking o scialpinismo, attività culturali e visite nei Borghi si attivano solo stando nella Rete europea Natura 2000. La Zona di Conservazione Speciale, quando comporta vincoli agli imprenditori, va compensata e indennizzata: il Parco deve funzionare approvando finalmente il suo Piano Territoriale, dopo 30 anni! con una governance qualificata, chiedendo risorse adeguate, ora che smart working e digitalizzazione possono accrescere i servizi e l’attrattività dei nostri paesi, molto più belli e vivibili delle metropoli.
Questa è la strada da seguire. La strada che ci ha insegnato Giovanni Cialone che forse, da lassù, sapendo della sentenza avrà sorriso pensando al suo Parco.

Nota stampa a firma del consigliere Pierpaolo Pietrucci

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