Confagricoltura lancia un grido di allarme, l’ondata di freddo e le basse temperature persistite sul nostro territorio, hanno arrestato la crescita dei prodotti coltivati nei campi. L’inverno mite e siccitoso ha spinto gli agricoltori ad anticipare le semine al mese di marzo e Gianmarco De Vincentis del Consiglio di Confagricoltura l’Aquila parte da qui: «Gli agricoltori sono consapevoli che a fine Marzo o Aprile ci sono ritorni di freddo che danneggiano i frutteti in fiore ed i vigneti ma mai hanno assistito, nel mese di maggio, a piogge così abbondanti e, soprattutto, al calo delle temperature» – prosegue De Vincentis – «Abbiamo paura che dopo un’ultima gelata, col primo caldo, si incominceranno a fare i primi conti dei danni subiti e sarà dura perché difficilmente i frutti della nostra terra, possono resistere a questi sbalzi di temperatura e all’umidità che sta danneggiando le piante alla radice». Ora, non essendoci più contributi diretti solo le polizze assicurative possono salvare le aziende dal tracollo finanziario per effetto delle calamità naturali. Stefano Fabrizi direttore di Confagricoltura l’Aquila sostiene che: «Gli agricoltori non possono sopportare, senza l’aiuto pubblico, tariffe assicurative che in tre anni sono più che raddoppiate per cui una polizza per il radicchio o l’insalata arriva a costare anche 1.500 euro per ettaro. Molti ortaggi non sono assicurati dagli eventi atmosferici ed il rischio di ingenti perdite economiche per gli agricoltori è concreto». Lunedì prossimo si terrà a Pescara un incontro organizzato dall’ISMEA per conto del MIPAAF per discutere dei problemi che stanno affrontando gli agricoltori in questo momento.
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