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Terza denominazione di origine controllata al vino d’Abruzzo

Vicepresidente: "Risultato grazie al livello quali-quantitativo delle aziende abruzzesi, sempre più proteso ai successi internazionali". Riconoscimento della Docg alla Casauria, grazie al lavoro dell'associazione delle aziende vitivinicole che operano nei 18 Comuni.

L’ormai prossimo riconoscimento della Denominazione d’origine controllata e garantita Casauria, la terza d’Abruzzo dopo le Docg Colline teramane e Tullum, è la prova evidente che il ruolo di stimolo ed impulso ad una sempre maggiore coesione, svolto dall’istituzione regionale, sta dando ottimi risultati: naturalmente, grazie al centrale, grande e proficuo lavoro da parte delle aziende vitivinicole, abbiamo centrato un altro grande obiettivo e un’altra grande soddisfazione di un comparto vitale per la nostra economia”.

Così il vicepresidente della giunta regionale con delega all’Agricoltura, Emanuele Imprudente, a margine della pubblica audizione sul riconoscimento della Docg alla Casauria, richiesta dall’associazione delle aziende vitivinicole che operano nei 18 Comuni dell’aria casauriense, svoltasi presso il teatro di Alanno con centinaia di partecipanti, a testimonianza della coesione e del comune sentire della realtà locale.

La zona di produzione comprende l’intero territorio dei comuni di Bolognano, Castiglione a Casauria, Cugnoli, Pietranico, Scafa, San Valentino in Abruzzo Citeriore, Torre dei Passeri e Turrivalignani e parte dei territori dei comuni di Alanno, Bussi sul Tirino, Brittoli, Corvara, Lettomanoppello, Manoppello, Pescosansonesco, Popoli, Serramonacesca e Tocco da Casauria.

È ormai costante e continua la crescita quali-quantitativa del mondo enologico abruzzese – ha sottolineato ancora Imprudente – come confermano i prestigiosi premi internazionali conferiti alla nostra terra; uno sviluppo, però, sempre coerente con le caratteristiche peculiari della regione, all’insegna della sostenibilità e dell’esaltazione della straordinaria biodiversità che contraddistingue l’Abruzzo. Si tratta di un risultato straordinario – ha continuato il vicepresidente della Regione – ottenuto grazie all’impegno di tutti gli attori coinvolti, alla grande partecipazione delle aziende produttrici e al ruolo sempre più nevralgico dell’istituzione regionale in grado di promuovere unità e coesione per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. È stato fin qui un iter lungo e complesso – ha concluso Imprudente – che ha finalmente dato i frutti sperati grazie anche alla sinergia che si è creata con le strutture tecniche del Ministero dell’Agricoltura, che ringrazio per la capacità di ascolto e la disponibilità con la quale hanno ridato vita all’iter di riconoscimento, che dopo l’avvio nel 2017 sembrava essere in salita”.

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