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Triplicato il tasso di assenteismo causa Covid

Indagine di Confindustria L’Aquila nelle aziende della provincia

Il tasso di assenteismo nelle aziende della provincia dell’Aquila si è triplicato rispetto al dato medio rilevato nel periodo pre-Covid, attestandosi al 9% con picchi che arrivano anche al 15% in alcune realtà manifatturiere. E’ quanto rileva un’indagine condotta da Confindustria L’Aquila Abruzzo Interno, nel mese di gennaio 2022, su un campione di oltre 2mila lavoratori delle imprese associate. Un dato preoccupante che rischia di rallentare la ripartenza economica.

“L’impennata significativa delle assenze per Covid, registrata dopo le festività natalizie, sta comportando un rallentamento delle attività produttive, specie nelle realtà di piccole dimensioni, sia in termini di oneri aggiuntivi che organizzativi del lavoro”, dichiara Riccardo Podda, presidente di Confindutria L’Aquila, “quali, ad esempio, la difficoltà nella ricerca di personale da inserire temporaneamente in azienda per sopperire alle assenze dovute alla pandemia e la chiusura momentanea o parziale di alcuni reparti produttivi”. Le aziende coinvolte nell’indagine segnalano forti criticità legate, in particolare, “ai tempi di risposta lunghi da parte del servizio sanitario riferiti all’effettuazione e ai risultati dei tamponi di uscita dal periodo di isolamento.

Pur rilevando un maggior utilizzo dello smart working, principalmente nelle realtà maggiormente strutturate, le imprese segnalano “che lo strumento non rappresenta una efficace soluzione al problema, poiché non tutte le mansioni possono essere adibite da remoto, in particolare per le figure dirette di produzione”. “Nutriamo preoccupazione poiché nelle prossime settimane non prevediamo una riduzione dell’assenteismo, dato che dal 1° febbraio scorso la validità del Green pass è passata da 9 a 6 mesi e che, dal 15 febbraio, i lavoratori over 50 dovranno obbligatoriamente essere vaccinati”, sottolinea Francesco De Bartolomeis, direttore di Confindustria L’Aquila, “dalle imprese pervengono, infatti, segnalazioni di lavoratori con Green pass in scadenza a cui è stata prenotata, tramite la piattaforma pubblica, una data per lasomministrazione del vaccino successiva a quella di validità del certificato verde. Tali situazioni andrebbero ad incidere negativamente sulle dinamiche aziendali in un contesto economico già particolarmente complicato”. “Stiamo vivendo una “tempesta perfetta” scatenatasi già a fine 2021”, conclude Podda, “con gli attuali prezzi abnormi dell’elettricità e del gas, i margini erosi, la scarsità di commodity e l’aumento dei contagi e del tasso di assenteismo, il rischio è che il Pil subisca un brusco stop nel 1° trimestre 2022”.

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