Una delegazione della UIL Pubblica Amministrazione Abruzzo ed in maniera particolare di poliziotti penitenziari degli Istituti di pena di Sulmona ed Avezzano, capitanati dal segretario generale territoriale e componente della UIL PA Abruzzo Mauro Nardella e dal tesoriere provinciale UIL PA PP Michele Americo, ha partecipato stamattina alla manifestazione contro la chiusura dei tribunali non provinciali di Avezzano, Lanciano, Sulmona e Vasto.
Nel prendere la parola gentilmente concessa dagli organizzatori Nardella ci ha tenuto a precisare l’elevato costo economico e professionale che ne deriverebbe per la comunità, per i dipendenti e per gli istituti di pena insistenti nei rispettivi territori se i quattro tribunali venissero realmente chiusi.
Prendendo in considerazione quanto poco prima affermato dal presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Sulmona Luca Tirabassi, Nardella ha precisato che la chiusura dei plessi rappresenterebbe un grosso handicap per tutti carceri comprese soprattutto in termini economici.
A tal proposito, e per fare un esempio, solo considerando le traduzioni dei detenuti dall’istituto di pena ai Palazzi di giustizia, il non poter contare su un presidio giudiziario presente sul territorio comporterebbe un aggravio di spese oltre che un rischio maggiore per le scorte.
Le traduzioni costano e ciò produrrebbe un grosso danno per la contabilità dell’Amministrazione penitenziaria.
Per questo motivo Nardella ha esortato l’intervento della Corte dei Conti proprio per valutare se sono più i pro o i contro da affiancare a tale scelta.
Nardella ha altresì aggiunto che i tribunali potrebbero risultare efficaci, ed in parte già lo sono, nell’utilizzare le rogatorie quale ulteriore strumento per azzerare costi e rischi per le carceri oltre che sedi d’appoggio per videoconferenza e interrogatori nei confronti dei collaboratori di Giustizia ai quali e per ovvi motivi è chiesto un rinforzo delle traduzioni oltre che un maggiore rischio per tutti siano essi detenuti che componenti della scorta.
Per farla breve la chiusura dei tribunali non conviene a nessuno non ultimi come si è visto gli istituti di pena.
Ci si chiede a questo punto che cosa ne sarà di un carcere di massima sicurezza quel è quello di Sulmona in procinto di divenire uno dei più importanti d’Europa; di un supercarcere come quello di Lanciano anch’esso erto a livello superiore in tema di contenimento di soggetti pericolosi; quello di Vasto ancora alle prese con la sventurata questione legati agli ultimi suicidi e di quello di Avezzano che con la chiusura del tribunale che sinora gli ha dato forza aggiuntiva si vedrebbe depotenziato e a rischio chiusura visto che negli ultimi anni l’esistenza di carceri al cui interno sono ristretti meno di 100 detenuti ( Avezzano attualmente ne ospita 57) sta diventando sempre meno frequente a vedersi.
In conclusione possiamo tranquillamente affermare che in un periodo falcidiato da gravi situazioni vertenti sia i tribunali non provinciali che gli istituti di pena che ricadono nello stesso territorio non sarebbe riduttivo affermare che l’uno rappresenta la stampella dell’altro.