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Verini e Padovani: “Preoccupa rete ospedali”

L'Aquila, consiglieri comunali di opposizione: "Riassetto rete sanitaria penalizza Univaq"

Preoccupazione sul possibile depotenziamento della Facoltà di medicina dell’Università dell’Aquila “come conseguenza della cancellazione di interi reparti universitari al San Salvatore a seguito del nuovo piano di ristrutturazione dei servizi ospedalieri”, è stata espressa dai consiglieri comunali dell’Aquila, Gianni Padovani ed Enrico Verini.
“Il nuovo piano di ristrutturazione ospedaliera approvato dalla giunta Marsilio – spiegano – già ad una lettura superficiale presenta un vero proprio agguato nei confronti delle strutture universitarie del nostro ospedale”.
“Il piano – dicono – prevede, infatti, la soppressione dell’Unità Operativa Universitaria di Neurologia che passerebbe a ospedaliera. Ora bisogna comprendere bene un concetto: le unità universitarie dentro l’ospedale soddisfano 2 esigenze: curare i malati e permettere la formazione agli specializzandi provenienti dall’ateneo, nelle discipline mediche. Per spiegare in termini semplici, una Università di medicina è attrattiva quando è in grado di presentare un’offerta che prosegua dopo la laurea, attraverso le scuole di specializzazione”.

“Sottrarre di continuo unità universitarie al San Salvatore – si legge nella loro nota congiunta – oltre a privare il territorio delle competenze mediche dei professori universitari, azzera la prospettiva della nostra facoltà di medicina. Non è un fenomeno da poco e questo è l’ultimo degli agguati che nel corso del tempo hanno visto la cancellazione delle unità universitarie di Neurologia, Chirurgia vascolare, Chirurgia e diagnostica, Endoscopia, Anatomia patologica. Tutto questo nel silenzio di chi occupa i livelli istituzionali in cui si decide”.
“L’omertà di convenienza, l’inedia, la rassegnazione, la incapacità di valorizzare e difendere i nostri assetti strategici – concludono i consiglieri – devono scomparire e dobbiamo tornare, come sistema complessivo, a discutere delle cose serie che riguardano il nostro territorio che sta perdendo le sue sfide per colpa dell’avidità altrui ma anche e soprattutto della pochezza della nostra discussione. Si tratta di una colpa collettiva, da cui solo lavorando insieme possiamo affrancarci”.

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