«Lo Stato faccia lo Stato». Forse non è mai stata proferita, ad oggi, una verità più trasparente e malleabile di questa. Trasparente, ovviamente, nel suo significato quasi puro ed eterno e malleabile perché incline a strumentalizzazioni politiche. Ma, oggi, a Pescara, nella riunione dell’Anci Abruzzo, di strettamente e maliziosamente politico v’era davvero ben poco: oggi, a Pescara, ha parlato lo spirito di sopravvivenza di una Regione piegata in due dalle ultime calamità.
Quando lo Stato fa lo Stato, infatti, l’Italia non si tira indietro, in ogni sua forma, passione o professione. L’Anci Abruzzo, quindi, oggi è tornato a chiedere norme certe al Governo in fatto di sicurezza dell’edilizia pubblica, soprattutto di quella scolastica, ‘seconda casa’ di formazione dei bambini d’Italia. I sindaci hanno chiesto, in una conferenza stampa, questa mattina alle ore 11, una misura straordinaria da adottare urgentemente e proprio a favore dei territori e delle popolazioni provate dai recenti drammi e dalle recenti disgrazie.
Indici di vulnerabilità poco chiari, lungaggini burocratiche negli appalti per le edificazioni scolastiche, pochi fondi e poche risorse: i primi cittadini lamentato, in flotta, proprio ciò, piegati come sono dal duro colpo dell’estrema responsabilità, assunta quasi in solitudine, di fronte alle catastrofi naturali. Oggi, loro, in sinergia, hanno messo in moto la mobilitazione, la quale ha una sola meta: Roma. Calpestati da eventi più grandi di loro, contro i quali combattono alla pari di imperterriti Don Chisciotte contro i mulini a vento, i primi cittadini abruzzesi chiedono al Governo, a gran voce e a tinte unite, risposte chiare sulla questione della semplificazione delle procedure per l’edilizia scolastica e paletti più certi sugli indici di vulnerabilità degli edifici.
Il vortice di maltempo e di terremoti, di certo, non ha lasciato con le mani in mano, quindi, la composizione attuale dell’Anci Abruzzo. La conferenza stampa di oggi è stata promossa proprio per dare un segnale di un certo rilievo alla voglia di sicurezza e di controllo costante e certificato che emerge da ogni versante della popolazione abruzzese di oggi. Il dramma, il lutto, il pianto e la sconfitta sono azioni al negativo che non devono essere tollerate. A fronte di ciò, categorico è stato il sindaco di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio, nonché vicepresidente vicario dell’Anci Abruzzo, che stamani, ha confermato che la necessità dei tempi presenti, a fronte delle varie calamità registrate, sia proprio quella di «mettere in sicurezza innanzitutto i nostri figli e noi stessi, che viviamo e condividiamo gli edifici pubblici delle nostre città. A noi sindaci, a noi amministratori – ha continuato Di Pangrazio – spetta, come prima mossa, la preminenza di dare tranquillità alle popolazioni sotto choc. Ci vuole una norma del Governo che ci dia la possibilità di un maggior movimento nelle procedure: ci vuole snellimento, soprattutto quando si è in emergenza, come ora. Noi dobbiamo avere la facoltà di rispondere celermente, con provvedimenti, alle difficoltà dei nostri territori, soprattutto quando si tratta di scuole. Serve un segnale forte dal Governo che ci dia delle direttive precise anche in fatto di indici di vulnerabilità e che lo Stato faccia lo Stato», ha affermato.
Nella procedura facilitata, quindi, nei tempi certi e nelle linee guida chiare sulla vulnerabilità degli edifici scolastici si intravvedono dei resistenti ganci di aggancio per un quieto vivere civile ed un quieto procedere amministrativo, sempre mirato alla salvaguarda della salute delle persone amministrate. Domani, a Palazzo Chigi, a Roma, ambasciatore delle richieste di tutti i primi cittadini d’Abruzzo e delle Regioni colpite dalle recenti calamità, sarà il sindaco di Avezzano, che si è fatto portavoce di un messaggio fondamentale: la stretta di mano fra enti farà sempre la forza di un territorio. Da soli, non si va da nessuna parte: serve coesione, concretezza e celerità, soprattutto nell’Abruzzo di adesso: striato di lutti cittadini e di rimorsi.