[KGVID poster=”http://www.infomedianews.it/wp-content/uploads/2017/07/18_07_17_INTERVISTA_CASCIERE_thumb65.jpg” width=”640″ height=”360″]http://www.infomedianews.it/video/18_07_17_INTERVISTA_CASCIERE.mp4[/KGVID] 10 episodi di violenza contestati, 2 indagati, madre e figlio, entrambi operatori del Centro di accoglienza di Canistro ‘L’isola che non c’è’ e una brutta storia di minori provenienti dall’Africa alle spalle della struttura, i quali sarebbero stati, secondo l’accusa, maltrattati verbalmente e fisicamente.
Al centro delle indagini della squadra mobile dell’Aquila, alcuni filmati girati con gli smartphone.
Ad oggi, entrambi gli indagati si trovano agli arresti domiciliari, nelle loro abitazioni di Luco dei Marsi. I provvedimenti sono stati firmati dal Gip Maria Proia; l’inchiesta, invece, è seguita dal PM Guido Cocco.
«Al Gip ho chiesto la revoca della misura cautelare o, quantomeno, la sua sostituzione, – afferma il legale Leonardo Casciere, intervistato dalla Redazione – però, si è ancora in attesa. Il Gip mi ha chiesto di portare due documenti importanti, che sono quelli relativi alla contestazione di estorsione. Si tratta della contestazione da parte del Pubblico Ministero circa il fatto della sottoscrizione di ricevute di pagamento di 10 euro, soldi che sarebbero stati considerati come paghetta settimanale per i minori del Centro, asserendo, però, di non averli mai ricevuti, facendo firmare, però, lo stesso, la ricevuta. La questione è stata chiarita in questo modo: la ricevuta è stata fatta sì firmare, ma con euro zero».