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Vino, etichette in Irlanda sui rischi: “Scelta che danneggia mercati”

Il senatore Liris: "Non è tollerabile che per fronteggiare il rischio di alcolismo si scelgano strade che danneggiano fortemente il mercato e soprattutto degli altri paesi". La scelta delle etichette è stata avvalorata dall'Ue.

“Proprio come per il vino – dove molteplici studi hanno dimostrato che un’assunzione entro certi limiti fa bene alla salute ma superati i quali diventa nocivo – anche per le medicine il dosaggio è fondamentale, perché se si assume un farmaco oltre il necessario l’effetto che può avere sul nostro fisico può diventare persino letale. È anche per questo che evidenziare le avvertenze sui rischi per la salute nelle etichette del vino è una scelta ridicola”.

Lo afferma il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris, eletto in Abruzzo, a proposito della scelta dell’Irlanda – che ha avuto il via libera dell’Ue – di adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati”.

“L’Irlanda ha un serio problema interno, che come tale dovrebbe risolvere adottando politiche nazionali”, rileva Liris, “quello dell’alcolismo soprattutto tra i giovani, in crescita ma legato soprattutto ai superalcolici. Ma non è tollerabile che per fronteggiarlo si scelgano strade che danneggiano fortemente il mercato e soprattutto degli altri paesi. Anche perché c’è il serio rischio che l’esempio irlandese venga seguito anche da altri paesi europei, compromettendo una filiera che si traduce in una delle principali voci del nostro agroalimentare”.

Siamo dalla parte del governo e del ministro Lollobrigida, che ha già annunciato che l’Italia non resterà a guardare, a difesa del made in Italy e delle nostre imprese”, continua il senatore.

Il vino per il nostro paese è storia, cultura e tradizioni, oltre che economia, e l’export rappresenta una voce determinante per le migliaia di aziende, comprese quelle abruzzesi che quotidianamente si impegnano per lo sviluppo di un settore chiave, anche nel miglioramento continuo della qualità come dimostra l’imminente nascita della terza Docg e le modifiche ai disciplinari che vanno proprio nella direzione di un rafforzamento del prodotto sul mercato”.

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