Paterno sette bellezze, profilo convincente e per certi versi sciupone, dominatore assoluto dei novanta minuti d’andata degli ottavi nazionali di Coppa Italia.
Il Macchia d’Isernia si arrende di fronte allo strapotere nerazzurro, complici le defezioni a cui De Bellis deve far fronte nel giorno del meeting con la reginetta abruzzese. Lucarelli, al contrario, ha la coperta lunga, forte di una rosa al completo, fresca di recupero del centrale di difesa Matteo D’Amico.
4-4-2 con Scatena e Kras sugli esterni di difesa, Di Stefano e D’Amico centrali; blocco a due a centrocampo, con Albertazzi e Vitale ad amministrare il gioco. Puglia e Di Ruocco si accomodano sulla linea mediana a spingere per gli attaccanti Aquino e Leccese. Tra i pali risposa Serpietri, i guanti sono per il classe ’98 Parente.
Agli annali 4-1: tre reti maturate nel primo parziale, tutte di marca nerazzurra. Prima Aquino, poi Puglia, poi ancora Leccese. Prime battute di ripresa fedeli all’avversaria, con l’1-3 firmato Giordano. Ancora Leccese a ripristinare il passivo per il poker definitivo che vale un piede ai quarti di finale.
Tra sette giorni il match di ritorno in terra molisana, Lucarelli soddisfatto ma non troppo: «Si poteva e si doveva fare qualcosa in più, almeno un altro gol dovevamo portarlo a casa. Subire lì un 3-0 vorrebbe dire essere eliminati, serve più cattiveria sotto porta. Siamo consapevoli delle tante assenze che scontava l’avversaria, al ritorno non sarà una partita facile».