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Pazienti trasferiti dall’Hospice di Pescina per reclutare personale

Avrebbe dovuto riaprire "i cancelli" martedì, quindi ieri, come era stato detto al personale. Invece, l'intero reparto dell'Hospice del PTA di Pescina non ha più pazienti da sabato, i due pazienti - malati terminali - che accoglieva sono stati trasferiti al secondo piano della struttura. Il tutto per reclutare personale sanitario e inviarlo a Tagliacozzo.

Anche il destino ci ha messo di mezzo la zampa. La struttura sanitaria di Tagliacozzo, l’Umberto I, è diventato a tutti gli effetti un Covid Hospital per cause di forza maggiore, visti i casi di positività, in tutto 15, registrati al suo interno, tra operatori sanitari e pazienti. Il PTA di Pescina, invece, è ancora un ex ospedale “pulito”, nel senso che è Covid free: non registra ad oggi casi di positività. Sabato scorso, però, i due pazienti ricoverati nell’Hospice della struttura, al terzo piano, due malati oncologici terminali, sono stati spostati nel piano sottostante, al secondo, dove c’è l’ospedale di Comunità.

Una decisione presa, questa, per reperire e reclutare personale sanitario, soprattutto infermieristico, da mandare a Tagliacozzo. Per ora, quindi, nel PTA di Pescina “funziona” l’ospedale di Comunità; al terzo e al quarto piano, dove prima c’era l’Hospice, adesso non vi sono più pazienti ricoverati. Un mese fa, l’ultimo piano è stato svuotato e allestito come possibile reparto Covid, destinato a coloro i quali, positivi al virus, avessero avuto difficoltà ad aspettare la negativizzazione nella propria abitazione. L’Hospice ospita, ed è bene ribadirlo, malati terminali, anche e soprattutto oncologici.

Era stato promesso, però, agli operatori sanitari e ai medici della struttura che l’Hospice sarebbe tornata operativa nella giornata di martedì, quindi ieri. Ma vista l’emergenza in corso e il bisogno urgente di personale sanitario, probabilmente l’Hospice non avrà più pazienti fino a quando il bando di reclutamento per infermieri – necessarissimi in tutta la Provincia dell’Aquila – pubblicato dall’Azienda Sanitaria Locale numero 1 a settembre scorso non avrà generato i suoi frutti.

Per ora, quindi, i due pazienti che erano ricoverati al terzo piano della struttura (reparto dove è possibile accogliere fino 5 malati terminali), sono stati spostati all’ospedale di Comunità, comunque con un cambio di atmosfera intorno da non sottovalutare, dato che si tratta di malati fragili.

Il manager Testa, raggiunto telefonicamente, ha dichiarato solo questo: “Fateci lavorare”.

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