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D’Alessandro: “Abruzzo Prossimo? Io direi Abruzzo Pessimo”

Parla l'ex sottosegretario alle Infrastrutture della Giunta D'Alfonso: "La rinuncia al collegamento Ortona-Civitavecchia presuppone il mancato sviluppo delle aree della Valle Peligna e della Marsica. Abruzzo Prossimo è un piano suicida".

Camillo D'Alessandro

“Quanto denunciato dall’Istituto nazionale di urbanistica sul documento di programmazione regionale definito “Abruzzo prossimo” per la programmazione 2021-2027 è di estrema importanza per il futuro della Regione, non rimanga nascosto nella disattenzione collettiva, ed appare di una gravità inaudita, inaccettabile e suicida”. Coì commenta il deputato di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, in una nota stampa.

Scrive testualmente l’Istituto Nazionale di Urbanistica rispetto ad “Abruzzo prossimo”: “Le infrastrutture previste a sostegno del ruolo di regione cerniera prospettano un sostanziale abbandono della direttrice Ortona-Civitavecchia quale importante ‘parte di terra’ della direttrice di trasporto tra il Tirreno e l’Adriatico, a vantaggio della valorizzazione del porto di Vasto e quindi del collegamento con Napoli. Questa scelta presenta due aspetti negativi: la rinuncia al supporto che il collegamento Ortona – Civitavecchia avrebbe fornito allo sviluppo delle aree della Valle Peligna e della Marsica”.

“Più che “Abruzzo Prossimo” quanto elaborato da Marsilio dovrebbe chiamarsi “Abruzzo Pessimo”. Mentre tutte le organizzazioni di categoria e le forze sociali all’unanimità chiedono un impegno condiviso ed unitario a tutte le forze politiche per sostenere la modifica delle reti Ten-T, il riconoscimento del nuovo corridoio Ploce-Ortona-Marsica in sede europea ed il riconoscimento di un nuovo corridoio trasversale dei “due mai”, la Regione nel suo atto di programmazione fondamentale fa esattamente il contrario”, aggiunge il deputato abruzzese Camillo D’Alessandro, già sottosegretario alle infrastrutture e trasporti nella Giunta D’Alfonso che avviò la strategia della trasversalità Adriatico-Tirreno.

“Questa decisione, tra l’altro incoerente con la zonizzazione della ZES, che influisce sulla programmazione dei fondi europei farà perdere, senza appello, la possibilità di una revisione delle Retri Ten-T, partita già complicata e per nulla scontata e indebolisce qualunque iniziativa istituzionale”.

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