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Il G8 saluta l’ultimo paziente Covid: va in stand-by per ora

Ieri, 5 giugno, l'ultima paziente ricoverata in terapia intensiva Covid a L'Aquila è stata trasferita in Terapia Intensiva Generale. Chiude di nuovo il Reparto destinato agli affetti dal virus del XXI secolo. Marinangeli: "Il G8 va solo in stand-by. Oggi vediamo, con un po' di diffidenza, un raggio di sole in più nel mare di nuvole in cui ci troviamo".

La data di ieri, il 5 giugno del 2021, è stata una data simbolica per la Provincia dell’Aquila, in continua lotta contro la pandemia.

Nell’anno del Covid, il G8 viene chiuso di nuovo, come reparto. Proprio ieri, di fatti, l’ultima paziente ricoverata in Terapia Intensiva COVID è stata trasferita in Terapia Intensiva Generale. Il G8 ancora una volta ha svolto egregiamente la sua funzione, frutto di una strategia che ha dimostrato il suo valore. Non faremo però l’errore del 2020, quando ci illudemmo di chiudere definitivamente il reparto. Il G8 va solo in stand-by, pronto a rientrare immediatamente in funzione laddove dovesse essere necessario, anche se spero veramente che questo non accada“. A pronunciare pubblicamente queste parole sui social, è stato il professor Franco Marinangeli, primario del reparto di Rianimazione dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila e direttore della Scuola di Specializzazione di Anestesia e Rianimazione dell’Ateneo aquilano, nonché responsabile del G8.

“Il COVID – dice – ci ha ricordato che la gestione di una maxiemergenza è innanzitutto fatta di organizzazione e prevenzione, che si fa responsabilmente nella fase di calma. Per questo abbiamo appena inaugurato altri 4 posti di terapia intensiva nel cuore dell’ospedale e mercoledì prossimo partiremo con un nuovo cantiere, che ne aggiungera’ altri 4. Quindi si continua a lavorare incessantemente. È doveroso da parte mia ringraziare il mio amico e collega Antonello Ciccone, con cui abbiamo condiviso il peso organizzativo di questi 15 interminabili mesi, i colleghi anestesisti rianimatori che hanno espresso il meglio della loro professionalità sia nell’area covid che non covid, così come i colleghi infermieri e gli operatori socio sanitari, impagabili per il loro impegno: donne e uomini di grande valore. Un ringraziamento anche ai miei specializzandi, che ci hanno dato un supporto fondamentale e che hanno affrontato le difficoltà con spirito veramente costruttivo. Una grande squadra di più di cento persone, tutte persone e professionisti speciali”.

Ciascuno di noi ha fatto il meglio che poteva, mettendoci energie e cuore. Ma tutto è migliorabile e non farò l’errore di non studiare a fondo tutte le criticità che abbiamo dovuto affrontare per elaborare strategie di miglioramento del sistema di emergenza, numeri alla mano lavoreremo per implementare ulteriormente la nostra insostituibile sanità pubblica. Un debriefing è un atto dovuto nei confronti della comunità, a cui dobbiamo giustamente rendere conto. Oggi vediamo, con un po’ di diffidenza, un raggio di sole in più nel mare di nuvole in cui ci troviamo. Speriamo di non rimanere delusi e di poter tornare a vivere una vita ‘normale’, quindi serena. Sarebbe un bellissimo premio dopo questo inferno, lo auguro di cuore a tutti”, così conclude il primario.

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