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Imprese, carenza materie prime: in crisi anche nel teremano

Sindacati, non solo Bentel Security, problemi per metalmeccaniche

La ripresa economico-produttiva in tempi di pandemia rischia di essere rallentata anche da tutta una serie di fenomeni speculativi e di assenza di materie prime che rischiano di mettere in ginocchi interi settori.

Tra i più colpiti, a livello industriale, quello del metalmeccanico, che sconta soprattutto una lievitazione dei prezzi delle materie prime, a cominciare dall’acciaio, e delle difficoltà nell’approvvigionamento della componentistica dalla Cina.

Ieri il Messaggero Abruzzo citava il caso della Bentel Security, ma secondo i sindacati di categoria il problema interesserebbe diverse aziende.

“Si tratta di una questione che interessa un po’ tutti i settori produttivi, ma in questo momento in particolar modo il metalmeccanico – spiega Marco Boccanera della Fim Cisl – da un lato c’è un problema speculativo rispetto ai prezzi delle materie prime, come l’acciaio, che sono lievitati, dall’altro c’è il problema della componentistica che arriva prevalentemente dalla Cina e che in questo momento è praticamente ferma”.

Una situazione che sta portando diverse aziende a rallentare la produzione, soprattutto quelle che non hanno avuto l’opportunità di fare magazzino. E i primi a farne le spese sono gli interinali, che stanno rimanendo a casa.

“Una situazione che rischia di aggravarsi ancora di più con lo sblocco dei licenziamenti – conclude Boccanera – per questo sabato anche noi saremo alla manifestazione di Bari per chiedere che il blocco venga prorogato. Tra le nostre richieste anche quella che venga affrontata la questione relativa ai prezzi delle materie prime e agli approvvigionamenti dei componenti”. Sulla questione interviene anche Natascia Innamorati della Fiom Cgil.

“Ci sono aziende che hanno la possibilità di mettere quei soldi in più sulle materie prime perché fanno una produzione che poi gli consente di riversare l’aumento sul cliente finale – sottolinea Innamorati – il problema è soprattutto per quelle aziende che non hanno fatto magazzino, che si trovano di fronte a un aumento delle materie prime ma che hanno una produzione diversa che non gli permette di recuperare quell’aumento”.

Alcuni materiali avrebbero subito aumenti anche del 200%, destinati a restare tale anche per tutto il prossimo anno.

“Lo Stato ha previsto incentivi a pioggia ma senza prevedere strumenti per calmierare i prezzi – ha detto Innamorati – e questo oggi è un problema”.

Dinamiche che, insieme a tutta una serie di altre problematiche, potrebbero influire in maniera pesante sullo sblocco dei licenziamenti.

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