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Terme di Caramanico, “basta alibi per riapertura”

Nota congiunta del presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, del capogruppo di Fratelli d’Italia, Guerino Testa e del sindaco di Caramanico, Luigi De Acetis

La mancata riapertura delle Terme di Caramanico produce di fatto 3 gravi danni: al Comune e all’economia turistica e montana del comprensorio, ai cittadini abruzzesi che non possono usufruire delle cure termali prescritte e alla Regione Abruzzo – con il doppio danno – che da un lato non vede erogati ai propri concittadini i relativi servizi e che dall’altro dispensa risorse economiche ad altre regioni cui sono costretti a rivolgersi gli abruzzesi per le prestazioni sanitarie inserite nei Lea (Livelli essenziali di assistenza)”.

La nota congiunta del presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, del capogruppo di Fratelli d’Italia, Guerino Testa e del sindaco di Caramanico Terme, Luigi De Acetis.

“Il presidente della società proprietaria dell’impianto, Franco Masci, deve guardare in faccia la realtà e smetterla di porre a repentaglio i lavoratori, l’economia di un intero territorio e di danneggiare la Regione Abruzzo. Siamo di fronte ad un inspiegabile immobilismo, nonostante non esistano più impedimenti o scuse, sollevate dallo stesso Masci, per ritardare ancora la riapertura che era fissata al primo luglio (si ricorda che per legge la struttura deve rimanere aperta almeno 90 giorni). Se fino a qualche tempo fa, infatti, il tema posto in evidenza dalla proprietà riguardava l’incertezza sui ristori, ora non ci sono più alibi: il 6 luglio scorso è stato comunicato all’imprenditore che ha diritto a risorse pari a 800 mila euro per Caramanico – finanziamento tra l’altro garantito dalla Regione come da decreto n.105 del presidente Marsilio – a cui si sommano le provvidenze per le terme di Popoli. Risorse pubbliche, la cui erogazione è condizionata ovviamente dalla presentazione della necessaria documentazione che prevede, in primis, la regolarità contabile degli stipendi. Ad oggi nulla è pervenuto nonostante la Asl abbia addirittura inviato una ulteriore nota offrendo la disponibilità a svolgere un’attività di supporto”, aggiungono.

“È il momento che Masci dia risposte chiare circa la sua reale volontà di riaprire, a cominciare dalla consegna dei succitati documenti, altrimenti tolga il disturbo per evitare che trascorrano ulteriori giorni, scintilla di un imperdonabile aggravio dei danni anche a scapito dei lavoratori, circa 100 stagionali oltre a quelli contrattualizzati a tempo indeterminato che devono ancora percepire 8 mensilità del 2019. Mentre territorio e Regione attendono riscontri tangibili sono tante le segnalazioni giunte finora al sindaco di Caramanico da parte di abruzzesi che sono obbligati a recarsi altrove per le cure termali”, spiegano.

Un atteggiamento, quello di Masci, non più tollerabile, che impoverisce il territorio anche in considerazione del fatto che l’Abruzzo non è certo dotato di molte altre strutture di simile portata. E’ quanto mai indispensabile e urgente tutelare l’interesse pubblico e per tale ragione il Sindaco sollecita tutte le forze politiche e datoriali affinché a qualcuno venga un sussulto di coscienza”, concludono.

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