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Paolucci su crisi idrica: “La Regione metta fondi sulle reti”

Paolucci su emergenza idrica: “In due anni e mezzo da Marsilio nessuna programmazione sul ciclo dell’acqua. Su 341 milioni di euro governativi utilizzati dalla Regione, zero fondi per il sistema idrico”.

“Il ruolo della programmazione regionale è centrale: fondi FSC 21/27 e PNRR, prima linea dell’Ersi, sono queste le vie che devono portare a un adeguato e consapevole intervento della Regione sull’emergenza idrica che vive l’Abruzzo. Nel frattempo, su 341 milioni di euro, tra utilizzo Masterplan della precedente legislatura e anticipo fondi Fsc 2021/2027 utilizzati dal governo Marsilio, nulla c’è per le reti idriche. Eppure il governo di centrosinistra aveva previsto e in parte avviato investimenti sul servizio idrico integrato, a partire dal sistema di depurazione, che avevano cominciato a dare frutti, si pensi al miglioramento della balneabilità delle nostre coste. Bastava continuare su quella strada e aggiungere risorse, che in questa fase storica sono facili da reperire e progetti, invece il nulla”, il monito del capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci che fa il punto sulle azioni per arginare la gravissima emergenza idrica che colpisce tanti territori abruzzesi.

“Del miliardo e mezzo di interventi disposti dal precedente esecutivo con il Masterplan, una fetta considerevole era destinata proprio al ciclo delle acque – incalza l’ex assessore al Bilancio – Depurazione, canali irrigui, rete fognaria e reti idriche, decine di progetti e interventi contenuti nella delibera della Giunta D’Alfonso n. 402 del 25 giugno 2016 avevano avuto copertura finanziaria ed erano pronti a concretizzarsi. Dei 120 milioni di euro destinati all’intero ciclo, 65 milioni di euro erano la prima quota dei fondi che l’Ersi avrebbe dovuto gestire intervenendo sulle reti idriche più ammalorate, cifra ricavata da fondi Fsc e Sblocca Italia, ma che la maggioranza attuale non ha usato, riscrivendo tutti gli interventi del Masterplan in occasione del passaggio dal governo Conte a quello Draghi. Com’è noto, il Ministro Provenzano nel 2019 aveva autorizzato le Regioni di riprogrammare i fondi Masterplan e quando la Regione presentò la rimodulazione, confermò la programmazione precedente sul tema ciclo idrico, senza tuttavia portare avanti le progettazioni. Inoltre si concertò l’anticipo delle risorse FSC 21/27, concretizzatosi poi con il nuovo Governo e con il Ministro Carfagna: da Roma arrivano 123 milioni alle Regioni per agire, a fronte dell’emergenza Covid. Così accade che l’Abruzzo ha proposto il rifinanziamento solo di tre interventi ereditati, rinunciando ai progetti pronti e presentandone oltre 200 nuovi, fra cui nulla c’è più sul ciclo idrico, che passerà in coda, rinviato sine die, perché chi governa oggi ha un’altra percezione dell’emergenza idrica e da due anni pieni a questa parte non ha messo in campo nulla per affrontarla. Nulla.

Eppure i fondi per agire c’erano, si dovevano solo appaltare le opere e coinvolgere l’Ersi: a conti fatti tra il definanziamento per 218 milioni della programmazione Masterplan, al tempo tanto criticato e i 123 milioni dell’accordo Carfagna siamo a 341 milioni che il Governo ha messo a disposizione di Marsilio e la Regione per agire, ma il centrodestra non ha trovato alcuno spazio per l’emergenza idrica in questi due anni e pur avendo un ente che si dovrebbe occupare solo di questo. L’Ersi è invece relegato a un ruolo marginale e inerte nonostante l’esigenza di operare e la possibilità di farlo anche attraverso il Piano d’ambito, strumento di pianificazione per definire gli obiettivi di qualità del Servizio Idrico Integrato e gli interventi impiantistici necessari per soddisfarli, anch’esso ad oggi non pervenuto.

Non basta, c’è un altro treno importante per l’acqua, è il PNRR, che destina ai territori ben 15 miliardi di euro, nella missione 2, dando avvio a 74 progetti su tutto il territorio nazionale, in primis nel Mezzogiorno. C’è anche l’Abruzzo fra questi? Non ci è dato sapere, perché sebbene nella lista degli interventi da inserire nel PNRR la Regione abbia proposto somme pari a 640 milioni (124 per la depurazione, 247 per le reti idriche e 180 per le reti idriche del Fucino), non abbiamo notizia di quali azioni politiche ha poi adottato per assicurarsi che il PNRR vidimato da Bruxelles ricomprenda l’Abruzzo e cosa.

Nulla nemmeno sul fronte Fondi per lo Sviluppo e la Coesione 2021/2027, che è un’altra importante opportunità per la programmazione, non sappiamo se abbiano inserito lì qualcosa, ma visto che hanno già impegnato 341 milioni di euro governativi, è qui che dovranno essere inseriti interventi dedicati prioritariamente all’acqua, utilizzando le risorse residue per un’emergenza indifferibile.

Insomma, la gente resta senz’acqua e senza certezze, perché chi governa la Regione è tutto concentrato sulle nomine e sugli snodi di potere e resta incredibilmente muto e assente di fronte a un’emergenza che riguarda un servizio essenziale che condiziona la vita di decine di migliaia di persone e che tocca la parte più sensibile della comunità, le famiglie.

Si occupi di questo Marsilio, visto che ha portato a zero tutti gli interventi straordinari già pronti e avviati, produca lavoro nuovo, capace di mettere in campo progetti, competenze e fondi, ma lo faccia in tempi veramente brevi, perché i problemi qui aumentano, come la sua distanza dalle priorità della regione che governa da due anni e mezzo”.

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