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Treni, Mannetti: “Rivedere scelta idrogeno”

L'assessore alla Mobilità e ai Trasporti del Comune dell’Aquila: "In Abruzzo di 524 chilometri di linea ferroviaria in esercizio 318 sono elettrificati"

La scelta di puntare sui treni all’idrogeno è da rivedere perché può rivelarsi dannosa per le aree interne, rischia di condannare L’Aquila all’isolamento decretando un Abruzzo a doppia velocità, con la fascia costiera dove la rete è elettrificata e l’entroterra destinato ad avere sì locomotori moderni ma su una rete che resta quella di inizio Novecento”.

Lo afferma l’assessore alla Mobilità e ai Trasporti del Comune dell’Aquila, Carla Mannetti, già direttore del Dipartimento Trasporti della Regione Abruzzo, commentando le parole del ministro Enrico Giovannini, che oggi all’evento di presentazione dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) ha confermato che in Abruzzo si investirà sul trasporto su ferro alimentato a idrogeno.

“In Abruzzo di 524 chilometri di linea ferroviaria in esercizio 318 sono elettrificati, pari a circa il 61 per cento dell’intera rete”, rileva la Mannetti, “per anni ci si è battuti presso il Ministero delle Infrastrutture per l’elettrificazione completa andando dunque a intervenire sulla tratta Sulmona-L’Aquila-Rieti e realizzando la bretella di Pratola Peligna che avrebbe consentito il collegamento veloce tra Pescara e il capoluogo”.

“Oggi”, accusa l’assessore, “si è decretato che non sarà più possibile elettrificare l’intera linea ma questa parte di rete è destinata ai treni alimentati a idrogeno. La differenza è che l’idrogeno non inquina e il diesel sì ma la rete resta quella, vetusta, esistente”.

“I treni elettrici rientrano nel piano di decarbonizzazione come quelli a idrogeno”, rileva la Mannetti, “sono non inquinanti ma meno pesanti e quindi con consumi di energia nettamente inferiori”.

“La scelta del governo va dunque in una direzione che può essere interpretata come green ma che non farà altro che confermare una regione a doppia velocità”, conclude l’assessore, “perché sulla costa la rete è elettrificata e quindi maggiormente performante, mentre nelle aree interne resterà quella di un secolo fa”.

“Non va infine sottovalutato il fatto che i treni a idrogeno non sono ancora omologati e si tratterà di una sperimentazione”, conclude la Mannetti, “di cui dunque non si conoscono gli esiti. Il governo decide insomma di togliere tutte le risorse per l’elettrificazione per una soluzione dai risvolti incerti”.

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