Nell’ambito dell’indagine “Parassita” sei persone sono state denunciate dalla Guardia di Finanza tra Pescara e Popoli per aver ricevuto l’assegno mensile del reddito di cittadinanza senza averne i requisiti.
Tra loro c’è chi, all’atto della domanda di accesso al sussidio, o non ha le carte in regola per la residenza oppure, già condannato per truffa, rapina e ruberie in abitazione, non certifica che un familiare a carico è agli arresti domiciliari per furto.
Il danno alle casse dello Stato ammonta a quasi 50 mila euro. Gli indagati, scoperti dai finanzieri in collaborazione con l’Inps, sono stati deferiti alla Autorità Giudiziaria per avere reso dichiarazioni attestanti cose non vere e omesso informazioni dovute al fine di ricevere illecitamente l’indennizzo, mettendo a segno, in un anno e mezzo, una frode di migliaia di euro.
Soldi pubblici, per il recupero dei quali sono stati richiesti il sequestro preventivo e l’immediata revoca del beneficio.
“Seguendo gli indicatori di rischio rilevanti in quest’ambito, che scaturiscono dall’attenta osservazione del territorio e dall’analisi d’intelligence: è così – ha spiegato il colonnello Antonio Caputo, comandante provinciale della Finanza di Pescara – che scattano controlli mirati e chirurgici per scovare chi sfrutta indebitamente il reddito di cittadinanza. È per questo che la mega-indagine ‘Parassita’, avviata da mesi, proseguirà senza sosta su tutto il territorio della provincia di Pescara”.