In Abruzzo il 15,4% del territorio, cioè 1.669 chilometri quadrati su una superficie totale di 10.831 chilometri quadri, è in area a pericolosità da frana “elevata e molto elevata”. Aree in cui risiede il 5,6% della popolazione regionale, cioè circa 73mila persone.
La percentuale di territorio a rischio sale al 22,9% considerando nel complesso le aree a pericolosità da frana, ovvero considerando anche il rischio “medio” e “moderato”, zone in cui vive il 7,7% della popolazione (oltre centomila persone). Sono i dati per l’Abruzzo contenuti nel rapporto dell’Ispra “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischio”, edizione 2021.
Dall’analisi dei dati emerge che l’11,3% degli edifici, in Abruzzo, si trova in aree a pericolosità da frana (8% considerando solo il rischio elevato e molto elevato). A rischio, inoltre, il 5,5% delle imprese (3,4% considerando solo la pericolosità da frana elevata e molto elevata). Discorso analogo per i Beni culturali: il 14,3% è in area a rischio frana (10,9% rischio elevato e molto elevato).
A livello provinciale, in testa c’è il Chietino, dove il 22,4% del territorio ricade in aree a pericolosità da frana “elevata e molto elevata”. Seguono la provincia di Pescara, con il 16,5%, il Teramano (15,8%) e l’Aquilano (11,4%).
Sul fronte alluvioni, il 4% del territorio ricade in aree a pericolosità idraulica bassa, il 2,2% in aree a pericolosità idraulica media e l’1,3% in aree a pericolosità idraulica elevata. Per quanto riguarda i 130 chilometri di costa, il 62,8% risulta modificata nel periodo 2007-2019: il 41,1% è interessato dal fenomeno dell’avanzamento e il 21,7% dal fenomeno dell’erosione.
Nel complesso, 132 comuni ricadono in aree a pericolosità da frana “molto elevata” ed “elevata”, dato che sale a 152 considerando anche la pericolosità idraulica media. In conclusione, su 305 comuni, il 99,7% si trova in aree interessate da pericolosità da frana, idraulica ed erosione costiera.