Tra gli eventi della nona edizione di FESTIV’ALBA, nell’anno in cui si celebrano gli 800 anni del Cantico delle Creature di San Francesco d’Assisi (1225-2025), spicca il Musical FRA’ SAN FRANCESCO, LA SUPERSTAR DEL MEDIOEVO il cui autore e attore principale è Giovanni Scifoni, poliedrico artista da sempre attento alla vita dei religiosi.
L’evento si terrà venerdì 8 agosto ore 21 e 15 nella magica cornice dell’Anfiteatro romano di Alba Fucens.
In questo spettacolo, in circa due ore di spettacolo, Scifoni offrirà al pubblico un teatro che affonda le radici proprio nell’Essere stesso di San Francesco, definito spesso il “giullare di Dio”.
Ovviamente non giullare in senso dispregiativo, ma anzi nell’accezione più colta del termine in quanto, anche per l’epoca vissuta, Francesco era un personaggio capace di arrivare a ogni tipo di ascoltatore, grazie alla gestualità, alla mimica, all’intonazione.
Coprodotto da Teatro Carcano, Mismaonda e Viola Produzioni, la regia del musical è di Ferdinando Brandi, con le musiche originali del compositore aquilano Luciano Di Giandomenico che insieme a Maurizio Picchiò e Stefano Carloncelli eseguirà dal vivo, su strumenti antichi, la colonna sonora dello spettacolo che si preannuncia imperdibile.
E’ lo stesso Scifoni che illustra così questa sua creazione: “Come si fa a parlare di San Francesco D’Assisi senza essere mostruosamente banali? Come farò a mettere in scena questo spettacolo senza che sembri una canzone di Jovanotti? Se chiedo ad un ateo anticlericale “dimmi un santo che ti piace” lui dirà: Francesco. Perché tutti conoscono San Francesco? Perché sono stati scritti decine di migliaia di testi su di lui? Perché è così irresistibile? E perché proprio lui? Non era l’unico a praticare il pauperismo. In quell’epoca era pieno di santi e movimenti eretici che avevano fatto la stessa scelta estrema, che aveva di speciale questo coatto di periferia piccolo borghese mezzo frikkettone che lascia tutto per diventare straccione? Aveva di speciale che era un artista. Forse il più grande della storia. Le sue prediche erano capolavori folli e visionari. Erano performance di teatro contemporaneo. Lo spettacolo percorre la vita del poverello di Assisi e il suo sforzo ossessivo di raccontare il mistero di Dio in ogni forma, fino al logoramento fisico che lo porterà alla morte; dalla predica ai porci fino al Cantico delle creature, il primo componimento lirico in volgare italiano della storia, Francesco canta la bellezza di frate sole dal buio della sua cella, cieco e devastato dalla malattia. Nessuno nella storia ha raccontato Dio con tanta geniale creatività. Francesco sapeva incantare il pubblico, folle sterminate, sapeva far ridere, piangere, sapeva cantare, ballare.
Il vero problema con cui mi sono dovuto scontrare preparando questo spettacolo è che Francesco era un attore molto più bravo di me. E poi il gran finale, la morte, il rapporto di fratellanza, quasi di amore carnale che aveva Francesco con Sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò scappare. E neanche gli spettatori potranno scappare da questo finale, incatenati sulle poltrone saranno costretti anche loro ad affrontare il vero, l’ultimo, grande tabù della nostra contemporaneità: non siamo immortali”.