Un giovane infermiere è stato aggredito nei giorni scorsi al triage dell’ospedale di Avezzano, mentre stava svolgendo il suo lavoro, da un uomo di Celano che aveva accompagnato la moglie al pronto soccorso del nosocomio marsicano.
A scatenare la lite, dapprima sfociata in una violenza verbale e successivamente in una aggressione fisica al dipendente della Asl, originario di Pescina, sarebbero stati i giorni di prognosi assegnati alla moglie del celanese, “pochi” secondo il marito della donna.
LA RICOSTRUZIONE
Tutto è iniziato a fine ottobre, quando la signora, che lavora in un centro commerciale marsicano, è caduta mentre stava eseguendo delle pulizie, in orario di lavoro. Insieme al marito si è quindi recata al pronto soccorso dell’ospedale cittadino, dove i medici hanno riscontrato la rottura di una costola, chiudendo il refero con trenta giorni di prognosi.
Tornando a casa tuttavia la donna ha continuato ad accusare un dolore molto forte. Da qui la decisione di tornare, nei giorni successivi, all’ospedale di Avezzano.
Gli operatori sanitari hanno deciso in questo frangente di eseguire una ulteriore lastra, esame da cui è emerso che le costole rotte erano due e non una come riscontrato in un primo momento.
Gli animi si sono scaldati quando l’infermiere ha consegnato ai due coniugi la nuova prognosi: dieci giorni.
A quel punto il marito della donna ha iniziato a gridare contro il giovane, che ha tentato invano di spiegare all’uomo che la prima prognosi (quella di trenta giorni) era comunque valida.
L’uomo non ha voluto ascoltare alcuna giustificazione e ha aggredito fisicamente il giovane infermiere, che a quel punto ha deciso di sporgere denuncia alle forze dell’ordine.
Il celanese potrebbe essere denunciato per aggressione, che ha deciso di riservarsi questa possibilità. Al momento non è chiaro se potrebbe configurarsi anche l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio, poiché l’infermiere era di turno presso il triage dell’ospedale marsicano.
A.C.P.