Sono stati completati i lavori nei locali della sagrestia e delle aree di pertinenza della chiesa di San Pietro a Coppito oggetto di una serie di interventi di restauro dopo i danni del sisma del 2009.
Lo rende noto il Mic, attraverso una comunicazione del Segretariato regionale per l’Abruzzo che fa seguito alle lunghe e complesse operazioni di recupero e consolidamento della chiesa, sia nella parte strutturale sia negli apparati decorativi.
Le lavorazioni hanno richiesto tempi maggiori di quelli preventivati anche a causa di numerosi fattori esterni (restrizioni relative alla pandemia e inevitabili maggiorazioni dei costi). Nelle scorse settimane le immagini recenti dell’edificio monumentale hanno riempito i social e i media locali, alimentando l’attesa di una imminente riapertura.
“Avremmo voluto riconsegnare San Pietro all’Arcidiocesi e alla città durante le festività natalizie appena passate – afferma il segretario regionale ad interim Federica Zalabra – ma, in accordo con la Curia, riteniamo importante che la chiesa capo-quarto torni alla sua piena funzionalità, completa degli arredi. E proprio per questo stiamo continuando a lavorare, affinché presto possa tornare ad essere non solo uno dei preziosi monumenti della città, ma anche una parrocchia attiva nel cuore dell’Aquila”.
A questo fine, il direttore dei lavori, architetto Antonio Di Stefano, sta avviando le procedure tecnico-amministrative per il restauro dei banchi della chiesa e per la loro ricollocazione.
“Ringraziamo vivamente le Istituzioni, professionisti e le maestranze, per l’accurato lavoro di restauro della chiesa di San Pietro a Coppito, svolto con competenza e diligenza – ha detto monsignor Antonio D’Angelo, arcivescovo coadiutore dell’Aquila -. Affinché la chiesa possa essere utilizzato per le celebrazioni liturgiche e valorizzata nella sua ricchezza architettonica e artistica, si attende che siano ultimati i lavori in tutte le parti strutturali che la compongono, al fine di renderla adeguatamente ‘spazio’ cultuale e aggregativo a servizio della Comunità ecclesiastica e sociale”.