L’Abruzzo punta tutto sul tartufo e si prepara a candidarlo all’Unesco. Una tavola rotonda allargata con proposte e idee costruttive è stata organizzata dall’associazione tartufai della Marsica e dalla federazione nazionale associazione tartufai Italiani con il patrocinio della Regione Abruzzo, della provincia dell’Aquila, dell’ordine dei dottori agronomi e dottori forestali della provincia dell’Aquila, del collegio degli agrotecnici e agrotecnici laureati della provincia dell’Aquila.
In tanti si sono ritrovati per discutere della “candidatura Unesco della cerca e cavatura del tartufo in Italia, conoscenze e pratica tradizionali”.
Nella sede dell’ex Arssa, Gianni Orlandi, presidente dell’associazione tartufai della Marsica, ha aperto i lavori ringraziando il suo predecessore Filippo Pandoli “che tanto ha fatto per questa terra e per l’associazionismo“.
La discussione poi è proseguita con le relazioni tecniche di Fabio Cerretano, presidente della federazione nazionale associazione tartufai Italiani, e di Antonella Brancadoro, direttore associazione nazionale città del tartufo che si sono intrattenuti a illustrare l’importanza della candidatura all’Unesco della cerca della casa dura del tartufo in Italia e l’inserimento delle realtà del territorio in reti come quella della città del tartufo.
Emanuele Imprudente, vice presidente della giunta regionale d’Abruzzo e assessore all’agricoltura, caccia e pesca, parchi e riserve naturali, sistema idrico e ambiente ha commentato che “si sta costruendo un percorso ben definito impensabile fino a qualche anno fa. Attualmente in Abruzzo ci sono delle aziende di trasformazione, ci sono delle realtà concrete e ci sono delle associazioni che funzionano. Ma non è sufficiente. La nostra Regione si identifica con il nostro territorio, con le sue risorse e con la sua unicità. Per questo bisogna lavorare affinchè tutti la conoscano e la riconoscano come tale. Nei prossimi giorni sarà inviata l’adesione alla candidatura dell’Unesco per il tartufo e con un certo orgoglio porteremo avanti tutto l’iter. La cultura è bella, ma non si campa di quello, bisogna condirla con tante altre iniziative”.