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Taccone incontra i rappresentanti del comitato del Quadrilatero

Il candidato: "Abbiamo affrontato soprattutto il delicato tema della sicurezza"

Riunione-fiume tra Anna Maria Taccone e i rappresentanti del comitato del Quadrilatero, associazione impegnata nella tutela dei diritti dei cittadini, specie nell’ambito di problematiche relative a sicurezza e rispetto delle aree comuni della città.
Presenti all’incontro il presidente Giuseppe Marsibilio, Alberto Valent, Angela Barbonetti, Francesco Tolli.

“È stato un lungo confronto di quasi 2 ore in cui ho ascoltato con molto interesse le richieste dei membri dell’associazione, apprezzando fin da subito l’idea di costituire un comitato che sintetizzi le necessità e problematiche vissute dai cittadini per riportarle all’organo amministrativo.

Abbiamo affrontato soprattutto il delicato tema della sicurezza, legato indissolubilmente a quello del rispetto delle regole al fine di preservare decoro e cura della città.

La mia idea è che sicuramente la presenza dello Stato è fattore primario per la sicurezza e pur non avendo molti strumenti l’amministrazione comunale può essere un valido supporto alle forze dell’ordine rafforzando, ma soprattutto monitorando i presidi di sicurezza come i sistemi di video sorveglianza o il rafforzamento della polizia locale.

Ma questo non è sufficiente e spesso inefficace per garantire la sicurezza.

È necessario a mio avviso lavorare sulla prevenzione dei fenomeni di vandalismo, disturbo della quiete pubblica e episodi di atti violenti che continuano a verificarsi nella nostra città.

L’amministrazione comunale può e deve lavorare sul tessuto sociale e sui disagi da esso sofferti al fine di prevenire tali comportamenti.

È necessario riprendere il dialogo tra Comune e giovani che si è interrotto, predisporre spazi, attività culturali, ricreative e sportive creando interesse, gratificazione e stimoli che li allontanino dalla strada e dalla noia.

È necessario creare nuove condizioni per far sì che nell’età più delicata, appena escono dalle famiglie, invece di rifugiarsi nei social perdendo la capacità di relazionarsi,
trovino strumenti di aggregazione e socializzazione.

Solo in questo modo potranno ricostruire un rapporto di “confidenza” con la loro città, sentendosi parte di una comunità e ricominciando a preservando quelli che sentiranno come “loro” spazi, come “loro” interessi e a percepire la “cosa pubblica” come “cosa privata” da salvaguardare e tutelare.”

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