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Allarme personale nel settore turistico: mancano 50 mila lavoratori

Lavoro, segni di stabilizzazione, ma nel turismo continuano le difficoltà di reperimento del personale. Confesercenti: “Ok a incentivi per il lavoro nel weekend, ma non si aumenti il costo del lavoro”.

“Segnali incoraggianti sul fronte dell’occupazione. A febbraio Istat registra segnali di stabilizzazione: il numero complessivo di occupati rimane sostanzialmente in linea con quello di gennaio, sopra i 23,3 milioni di persone, con un tasso di occupazione leggermente in rialzo, e una riduzione dei disoccupati. Continuano a preoccupare, però, le difficoltà di reperimento del personale nel turismo”, così Confesercenti.

L’aumento di occupati che invece si registra dal confronto con febbraio del 2022 (352mila unità, l’1,5%) è invece tutto attribuibile all’aumento dei dipendenti a tempo indeterminato, che crescono di 515mila unità, mentre quelli a termine e gli autonomi diminuiscono, questi ultimi perdendo altre 20mila unità.

Nel complesso, si tratta di “un quadro comunque positivo, anche se nel turismo si fa sentire sempre di più il peso del mismatch tra offerta e domanda di lavoro. Per il settore della ristorazione il 52% delle figure professionali richieste è di difficile reperimento per mancanza di candidati o per preparazione inadeguata degli stessi, una quota che si assesta oltre il 26,7% per le attività ricettive”, specifica Confesercenti.

“Sulla base di queste tendenze, stimiamo per la Pasqua ed i mesi primaverili dei Ponti – periodi di picco della domanda – oltre 50 mila lavoratori ‘mancanti’ nelle imprese turistiche. Un problema da risolvere urgentemente. La proposta del Ministro del Turismo Daniela Santanché di incentivare il lavoro dei giovani nel settore nel weekend e nelle giornate di festa è apprezzabile, purché l’incentivo arrivi tramite uno sgravio fiscale e non da un aumento del costo del lavoro. In generale, servono politiche attive per non lasciare l’incontro tra domanda e offerta al passaparola o alle iniziative private”, continua l’associazione di categoria.

“Bisogna rafforzare la formazione professionale regionale di figure turistiche, e aprire ai pensionati e ai ragazzi in età scolare prevedendo occupazioni temporanee a totale esenzioni di imposta. Ma la gestione dei flussi di immigrazione va ripensata, collegandola a opportunità di formazione, anche nei paesi d’origine“, conclude.

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