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Biondi: “La prova di maturità è un esame esistenziale”

"La didattica a distanza non è scuola, non contiene i legami complessi di una comunità di studio e ricerca, di attività e relazioni, di spazi e di vuoti, di tempo e di confronto. L’augurio per i nostri maturandi non può che essere quello di fare della loro vita un sogno e di un sogno una realtà".

L’esame di maturità è un passaggio esistenziale fondamentale, pieno di aspettative e di contraddizioni. Un passaggio complesso e decisamente formativo, una sorta di rito di iniziazione fatto di esplosioni di sentimenti, implosioni caratteriali, voglia di andare via, ricerca di un’identità professionale e costruzione di una personalità sociale”. Si esprime così il sindaco del capoluogo d’Abruzzo, Biondi, in occasione della grande prova – di vita e di fine di una lunga carriera scolastica – che attende tantissimi studenti dell’Aquila.

“Tutto questo, in tempi normali, i ragazzi lo sperimentano insieme, condividono sogni e speranze, timori e incertezze, si sentono più forti, più determinati, nonostante l’incoscienza che fa capolino senza risparmiarsi. In tempi normali, si abbracciano e si baciano, bevono alla stessa lattina, mangiano lo stesso panino, cantano a squarciagola intorno ad una chitarra, stretti gli uni agli altri. Sorrisi e abbracci, in tempi normali, che danno la forza per trasformare i sogni in possibilità”, aggiunge il primo cittadino aquilano. La prova della maturità in tempo di coronavirus, va al di là della complessità della società moderna. È un’ingiustizia storica nei confronti dei ragazzi, è un affronto alla loro giovinezza e alle sue declinazioni che parlano il linguaggio della spensieratezza, degli eccessi, dei gesti eclatanti, dell’amorevolezza senza infingimenti, dei look improbabili, delle avventure che gli adulti non possono capire. La scuola da tanto tempo non è una priorità della politica e, durante l’emergenza sanitaria, è stata oggetto di una grave e colpevole sottovalutazione rispetto ad altri settori, che ne ha aggravato la mai superata percezione di essere la cenerentola del sistema Paese”.

“Ce lo dicono in maniera inequivocabile i dati. L’Italia si attesta nelle ultime posizioni in Europa per percentuale del Pil investito nella scuola (3,8% rispetto alla media europea del 4,6%) ed è all’ultimo posto per gli investimenti nell’università (0,3% del Pil rispetto alla media europea dello 0,7%). La didattica a distanza non è scuola, non contiene i legami complessi di una comunità di studio e ricerca, di attività e relazioni, di spazi e di vuoti, di tempo e di confronto. Nel momento stesso in cui lo spazio pubblico scuola è entrato nello spazio privato casa, si è prodotto un forte disorientamento tra i ragazzi, nonostante l’impegno degli insegnanti, sempre in prima linea nei momenti cruciali, come la pandemia ha confermato, e protesi nella salvaguardia di una Istituzione che dovrebbe rivestire un ruolo centrale nell’affermazione e cura di una repubblica democratica.

“Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola è più importante del Parlamento, della Magistratura e della Corte Costituzionale”, a dirlo, all’alba della nostra Repubblica, fu Pietro Calamandrei, il padre costituente più citato e meno ascoltato. Nella scuola, la pandemia ha ulteriormente reso complicato il percorso di umanizzazione della cultura, dell’apprendimento, della conoscenza. Percorso teso alla costruzione di quella capacità critica che fa la differenza nella progettazione e realizzazione del futuro delle giovani generazioni. In questo tempo scandito da distanziamento, mascherine e vaccini, l’augurio ai nostri maturandi non può che essere quello di fare della loro vita un sogno e di un sogno una realtà”, così conclude Biondi, nel suo augurio di fine anno e di inizio di un’altra pagina della vita vera.

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Redazione IMN