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Caro bollette, imprese e sindacati in piazza

Mobilitazione all'Aquila in occasione prossima seduta Consiglio

Settimana politica all’Emiciclo: ecco il programma

Nessuna risposta concreta sui temi più urgenti legati al “caro-energia”, solo il rinvio alla riprogrammazione futura dei fondi comunitari e un rapporto con le organizzazioni del mondo dell’impresa e il sindacato “assai poco in sintonia con l’attenzione dimostrata nei loro confronti dal nuovo governo guidato da Giorgia Meloni, che ha messo la lotta contro gli aumenti energetici in cima alla propria agenda”.

Per questo un ampio schieramento di sigle abruzzesi in rappresentanza di imprese e sindacati ha deciso di aprire una vertenza nei confronti della Giunta regionale che culminerà con una manifestazione all’Aquila in occasione del prossimo Consiglio regionale.

Si tratta di 15 sigle dei settori agricoltura, artigianato, commercio, cooperazione, piccola industria, turismo, servizi e dei sindacati dei lavoratori.
   
Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio L’Aquila, Confcooperative, Confesercenti, Legacoop, Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno avviato dallo scorso 5 settembre un confronto con il governo regionale “mettendo in campo – si legge in una nota – un pacchetto nutrito di proposte sul contrasto al caro-energia su cui sono arrivate solo risposte che rinviano le soluzioni ‘a futura memoria’. Tra le proposte: sospendere per 4/6 mesi addizionali Irpef e Irap a carico di imprese e famiglie (che da sole valgono circa 50 milioni di euro); rimettere in campo fondi provenienti dalla programmazione 14/20, dall’anticipazione di quelli della programmazione 21/27, da eventuale rimodulazione del PNRR o di quelli dello ‘Sviluppo e Coesione’; riutilizzare i risparmi provenienti dal prolungamento delle rate del debito sanitario (circa 17 milioni); erogare un credito di imposta di almeno il 50% a imprese che decidono di installare pannelli fotovoltaici; potenziare con risorse finanziarie rilevanti lo strumento delle Comunità energetiche; considerare la necessaria priorità delle aree montane.
   
“Nonostante un’ulteriore sollecitazione per un incontro urgente fosse stata rivolta a fine ottobre dalle stesse sigle e nonostante l’invito al governo regionale anche da alcune Commissioni consiliari all’Emiciclo, tutto è rimasto lettera morta”. 

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