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Caro energia, sindaco L’Aquila: “Spese aumentate di 8 mln”

Il primo cittadino: "Rincari anche fino all'80%"

Il Comune dell’Aquila nel 2021, per le bollette, ha speso 11 milioni di euro e, nel 2022, prevedendo già i rincari, ha incrementato del 20% lo stanziamento in uscita”.

Così il sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi, nel corso di un’intervista televisiva, andata in onda su SkyTg24, nell’ambito di un approfondimento condotto da Roberto Inciocchi e con ospite anche il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, proprio sul tema del “caro energia” e della difficoltà che gli enti locali e i primi cittadini si troveranno ad affrontare con l’inverno alle porte.

“Quest’anno – ha detto il primo cittadino – ci siamo attestati intorno a 13 milioni di euro, ma a luglio abbiamo dovuto fare una ulteriore variazione di bilancio da 6 milioni. Di fatto, quindi, abbiamo aumentato le spese per l’energia dell’80%, per un totale di 8 milioni di euro. Dallo Stato abbiamo avuto come ristoro fino ad aggi, compreso il decreto Aiuti ter, circa un milione di euro. È chiaro – ha aggiunto – che i 7 milioni residui li dobbiamo recuperare: in parte ci siamo riusciti attraverso l’applicazione dell’avanzo di amministrazione, ma questa misura non si può usare tutti gli anni, dall’altro abbiamo dovuto fare dei tagli trasversali“.

“È del tutto evidente – ha detto ancora Biondi – che l’emergenza energetica non si risolve tagliando l’energia ai cittadini: sarebbe un vortice al ribasso che non farebbe altro che mortificare il tenore di vita delle famiglie e l’economia in generale. Serve una manovra nazionale perché non si possono scaricare sugli enti locali misure draconiane”.

Per il sindaco “la soluzione è la comunione d’intenti tra i paesi membri dell’Unione europea verso un’azione congiunta che ponga un limite a questa continua corsa al rialzo con le relative speculazioni finanziarie, soprattutto in una fase in cui alcune aziende energetiche o petrolifere dichiarano incrementi semestrali di profitti incredibili. Da un lato bisogna porre un freno alla continua immissione di risorse, dall’altro – ha concluso – evitare di indebitare ulteriormente le casse nazionali”.

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