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“C’era una volta la politica”, dibattito ad Avezzano

Ieri a Palazzo Torlonia il confronto tra il deputato Udc Lorenzo Cesa e i primi cittadini dell'Aquila e di Avezzano

Un momento di riflessione dedicato alla politica del domani, partendo da quarant’anni di storia: ad Avezzano ieri è andato in scena un lungo momento di dibattito a Palazzo Torlonia.

Al centro dell’evento il libro del senatore Pd Pier Ferdinando Casini, “l’ultimo democristiano”.

La centralità dei partiti, l’importanza di una formazione politica che parta dal basso, le difficoltà nell’amministrare città complesse, il richiamo ai doveri che la politica dovrebbe assolvere: questi alcuni dei temi trattati nel corso del dibattito.

“C’era una volta la politica”: un titolo controverso quello scelto da Casini, che vuole essere un messaggio di speranza per i politici del domani, ma anche un monito a guardare “la” politica, ripercorrendo il passaggio tra la Prima e la Seconda Repubblica, fino ad arrivare al governo attuale, che vede la prima donna alla presidenza del consiglio.

Casini, politico di lungo corso, attuale senatore indipendente del Pd ed ex presidente del Consiglio, non ha potuto partecipare all’evento per impegni istituzionali ma ha fatto sapere che entro l’estate organizzerà un incontro proprio ad Avezzano.

All’evento, moderato dal giornalista Rai Antonio Monaco, hanno partecipato il deputato Lorenzo Cesa, segretario nazionale dell’Udc, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, e il primo cittadino di Avezzano, Giovanni Di Pangrazio.

“Il messaggio che manda il testo è chiaro – ha spiegato Cesa – Diamoci da fare per riorganizzare le truppe, per una politica che sia in grado di reggere a urti improvvisi che, come abbiamo visto negli ultimi anni, ci possono essere”.

Per il deputato “si deve ripartire per reagire alla crisi dei partiti, alla delusione dei cittadini rispetto a tutte le promesse fatte e non mantenute, bisogna far tornare la gente alle urne. Come? Attraverso la formazione: prima i partiti creavano una classe dirigente, le regole erano tali da poter formare e selezionare una classe dirigente di tutto rispetto e solo i migliori arrivavano”.

Il sindaco del capoluogo abruzzese ha poi posto l’accento sulla moderazione come “stato d’animo”. Per il sindaco “è fondamentale oggi avere la capacità di rappresentare idee, anche molto forti, ma con toni pacati. Questo – ha sottolineato – è secondo me l’approccio giusto, che poi è quello che ha il governo attuale. Giorgia Meloni più degli alleati ha contribuito alla coalizione, alla costruzione della ‘quarta gamba’, che rappresenta un segno distintivo di una coalizione capace di andare oltre”.

Biondi ha poi ricordato che “se c’è stata una voce che è andata oltre il dibattito di bandiera è stata proprio quella di Casini, che per esempio ha richiamato alla necessità di un armistizio tra centrodestra e centrosinistra sui fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ritenendo più importante la possibilità di recepire e successivamente spendere quelle risorse, rispetto al fatto di bearsi del fallimento dell’altra parte politica. Alla fine avrebbero pagato gli italiani”.

Dove va oggi la politica? Paga essere moderati? Per il sindaco di Avezzano “c’è bisogno della politica, ma solo se prima viene ricostruita la classe politica partendo dal basso, come ha fatto Biondi che da sindaco di un piccolo paese è arrivato ad amministrare L’Aquila, con una rielezione. Negli ultimi dieci anni si è creato uno spaccato importante, ci sono state diverse “leggi populiste” che oggi si stanno correggendo, penso al reddito di cittadinanza per esempio. Oggi si deve necessariamente ripartire dal bisogno di fare qualcosa per il territorio”.

A.C.P.

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