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Cervo ucciso e decapitato in Abruzzo: l’indignazione non solo del web

Immagini cruente che non vorremmo mostrare, quelle della testa di un cervo ucciso dei bracconieri tra Introdacqua e Bugnara e sezionato per facilitare il trasporto. Dichiara Marco Liberatore, consigliere della Stazione Ornitologica Abruzzese Onlus «Il 19 mattina un passante ci ha segnalato il fatto con questa foto. Purtroppo chi abita nelle campagne e nelle aree montane può testimoniare che il fenomeno del bracconaggio è diffusissimo, con colpi sparati di notte e auto che girano indisturbate con tanto di fari direzionali visibili. Nonostante questo ci sono intollerabili resistenze da parte delle amministrazioni alla chiusura delle strade montane ai non autorizzati, come prevede la legge da molti anni».

«Sentiamo scuse risibili, come ad esempio quella del turismo, quando in Trentino le strade forestali montane vengono chiuse normalmente e il turismo non solo ne soffre ma ne viene incentivato. Un escursionista a piedi o in mountain-bike non la prende bene se si vede impolverare dal passaggio di un’auto, a parte l’aspetto culturale della fruizione sostenibile di ambienti sensibili. Inoltre la chiusura delle strade sterrate è una misura fondamentale per la prevenzione degli incendi boschivi innescati dai delinquenti. Serve un controllo capillare del territorio, visto che oggi abbiamo tecnologie facilmente utilizzabili e a basso costo come le fototrappole».

Fonte: Asipress

Foto di: PrimaDaNoi

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