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Cgil su gara per servizio cure domiciliari in Abruzzo

"La Regione Abruzzo, in questo caso l’Assessore alla Salute, non rispetta gli impegni assunti"

“Apprendiamo dalla stampa locale dell’indizione della gara europea per l’affidamento del servizio di cure domiciliari per i pazienti residenti della Regione Abruzzo”. Si legge in una nota a firma del sindacato Cgil.
“Diversamente da quanto descritto nell’articolo corre l’obbligo di precisare che queste Organizzazioni sindacali non hanno partecipato ad alcuna “fase di ascolto” e pertanto non conoscono i contenuti di interesse sindacale e di merito.

Corre l’obbligo ancora una volta di sottolineare come la Regione Abruzzo, in questo caso l’Assessore alla Salute, non rispetta gli impegni assunti in merito alla interlocuzione con le rappresentanza sindacali a partire dal Tavolo permanente regionale della salute.
E quanto detto nonostante la predetta procedura sia di enorme rilievo sia in termini di investimenti di risorse pubbliche che in termini occupazionali essendo coinvolti centinaia di operatori con diverse qualifiche professionali.

Sarebbe stato invece fondamentale fornire, prima della pubblicazione della gara, alle rappresentanze sindacali le informazioni dovute.
Va sottolineato inoltre che non si intravvede nessuna novità in merito alle tanto decantate internalizzazioni anche in relazione alle evoluzioni del modello di assistenza territoriale socio-sanitaria con la futura apertura delle case della salute di cui le scriventi, al pari dei cittadini abruzzesi, non conoscono a oggi alcunchè.

Per le ragioni brevemente descritte in data odierna abbiamo trasmesso all’Assessore alla Salute Verì ed al Soggetto aggregatore della Regione Abruzzo ARIC una richiesta urgente
per l’apertura di un tavolo di confronto in merito all’affidamento dei servizi di cura domiciliare per la verifica delle condizioni a garanzia dei livelli occupazionali, della qualità del lavoro e dei servizi offerti alla cittadinanza.

Siamo fortemente preoccupati che a seguito di questa gara aumenti la precarizzazione dei rapporti di lavoro in un settore, quello socio-sanitario, nel quale già proliferano i contratti temporanei.

Oltre ciò siamo perplessi dal fatto che i criteri ed i relativi punteggi, individuati per la scelta dei contraenti, garantiscano effettivamente servizi socio-sanitari di qualità”.

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