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Conte: la Camera ha detto sì

Ieri sera, il Premier ha incassato il voto favorevole della Camera. Oggi tocca al Senato.

Crisi: Conte lavora sui numeri, governo in bilico

Dopo una lunga giornata e, verrebbe da dire, anche una lunga settimana, sono stati trecentoventuno i voti a favore ottenuti ed incassati dal Premier alla Camera.

Giuseppe Conte, quindi, almeno in una delle due aule del Parlamento, guadagna una fiducia piena, con sei voti oltre la maggioranza assoluta pari a 315. Un Governo che è riuscito a resistere, dopo lo scossone provocato dalle dimissioni delle due ministre di Italia Viva.

Giornata lunga, dicevamo: Italia Viva, ieri, comunque, ha confermato la volontà e la scelta di astenersi. “Aiutateci a ripartire”, dice il premier Giuseppe Conte in Aula a Montecitorio e secondo quanto riportato anche dall’Ansa. Conte, cioè, ha lanciato un appello a coloro che sono stati chiamati i “costruttori” della nuova alba del suo Governo. Lui ha promesso l’impegno per edificare una nuova legge elettorale in senso proporzionale.

Oggi sarà la volta del Senato. La partita è più difficile: Conte dovrà raggiungere quota 161. Certo, parlare di voto di fiducia in piena emergenza e crisi economica sembra un contrasto davvero azzardato.

LE REAZIONI DOPO IL VOTO DELLA CAMERA – Dice il deputato abruzzese di M5s Andrea Colletti: “Voto a favore della laconica risoluzione di maggioranza solo per rispetto di quelle categorie che stanno portando avanti il lavoro negli ospedali, di tutti i volontari e di tutti coloro che non lavorano a causa della pandemia e che comunque cercano di tenere botta in un momento drammatico per il nostro Paese e per il mondo intero. E’ da folli innescare una crisi in piena pandemia. In pochi, tra ministri e sottosegretari – ha aggiunto – si salvano nella compagine governativa: uno è lei presidente Conte, un altro è il ministro Di Maio, che anche ho criticato spesso, sempre come capo del Movimento 5 stelle, e pochi altri ancora. Ma la mancanza di qualità della compagine governativa va a detrimento dell’azione di Governo. Un esempio è il Recovery Plan: da avvocato le dico che la parte relativa alla giustizia può essere tranquillamente cestinata, perché porta avanti idee vecchie, trite e ritrite, della burocrazia ministeriale, che hanno già fallito”. “Se questo Governo dovrà continuare a sopravvivere, fallirà anch’esso in pochi mesi, perché la crisi non è solo colpa di Renzi, ma anche della crisi e della spinta ideale del Movimento 5 Stelle che ormai purtroppo non c’è più e che spero venga recuperata. E una delle tante fortune sue, presidente, e di questo Governo – ha proseguito colletti – è l’impresentabilità e l’impalpabilità culturale di questa opposizione”. “Questo Governo – aggiunge poi il deputato a lavori conclusi – potrà andare avanti se troverà una spinta, se sarà in grado di promuovere quella rivoluzione culturale che era negli ideali primari del Movimento 5 Stelle, oggi andati completamente persi. Mi auguro che questo possa accadere e che la mia non sia solo una flebile speranza“.

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