C’è la Prefettura dell’Aquila, a capo e a monte, che sta coordinando l’arrivo e l’accoglienza – nonché il protocollo sanitario – dei profughi che in questi giorni intensi e violenti, hanno trovato un riparo nella Marsica dalla guerra. Una casa, una situazione sincera e sana: aiuti e mani tese. La macchina della solidarietà non si ferma, da Comune a Comune.
Anche famiglie e parrocchie della Diocesi dei Marsi, in queste ore di lavoro non-stop, si sono messe a disposizione per accogliere i profughi che arriveranno in Regione Abruzzo.
Esistono inoltre sul territorio anche famiglie che già hanno dato prova di accoglienza e che si stanno preparando ad accogliere, nei prossimi giorni, anche parenti ucraini di persone già arrivate a destinazione e ospitate.
Si tratta, comunque, di un’accoglienza a lungo termine: nel senso che l’aiuto non sarà ristretto a qualche giorno o a una settimana, ma dovrà durare nel tempo. Già a partire dalle prossime settimane di marzo, inoltre, l’afflusso di rifugiati in Italia e, quindi, in Abruzzo, potrebbe intensificarsi.
Comunque, la stessa Caritas di sta impegnando in prima battuta a raccogliere anche aiuti economici da destinare alla stessa Ucraina e ai paesi confinanti.