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‘Donne di corsa’, lo sport in rosa che abbatte le barriere

L’Avezzano delle donne  sposa un nuovo modo di concepire la pratica sportiva. ‘Donne di corsa’ è il progetto tutto rosa che promuove il sano esercizio fisico quale strumento di socializzazione e integrazione alla comunità. Un’idea nata tre anni fa, legata a tanti buoni propositi di crescita e, al tempo stesso, alla grande incognita sul riscontro effettivo sul territorio. Di certo nessuno degli organizzatori aveva ipotizzato la straordinaria partecipazione della comunità femminile, simbolo e testimonianza, oggi, di una città dinamica e all’avanguardia. Dietro le quinte una vera e propria macchina operativa strutturata secondo i criteri classici delle organizzazioni no profit. A capo del progetto il presidente Luigi Pomponio, coadiuvato da una rete  manageriale costituita da una piccola rappresentanza del gruppo delle atlete.donne2

«Il progetto, così come è strutturato, è alla sua terza edizione – ha spiegato Francesca Romani, responsabile della comunicazione –  l’idea era quella di una sezione femminile al fianco dell’apparato di atletica maschile. Ci siamo dati un’organizzazione autonoma e abbiamo scelto una forma di pubblicità autogestita. L’ottimo lavoro di passaparola ci ha permesso di farci conoscere in ogni angolo della città e oggi vantiamo oltre cento iscritte. Il nostro format era differente dalla classica organizzazione sportiva, perché avremmo automaticamente escluso tutte quelle persone ‘normali’, rapite dagli impegni quotidiani e impossibilitate alla pratica agonistica costante. Ci siamo dunque prefissati di invogliare il gruppo all’avviamento alla pratica della corsa».donne-4

Il benessere fisico inteso come innalzamento della qualità della vita. Un nuovo modo di percepire il proprio corpo e al tempo stesso una rigenerazione psicologica. La corsa scarica la mente e scaccia le frustrazioni, migliorando l’umore. C’è poi la componente sociale. L’assenza di requisiti e ‘pedigree’ apre le porte a tutte le donne, favorendo l’imprinting con la collettività e i rapporti interpersonali.

«I benefici sono notevoli, dall’ossigenazione del corpo alla forma fisica. Corriamo con qualsiasi clima e ormai non ci ammaliamo neanche più. La stagione invernale è interamente finalizzata alla preparazione di una gara, in particolare la mezza maratona di Roma-Ostia, lunga 21 km. Ci alleniamo tre giorni a settimana, il martedì e il giovedì in serata, e la domenica al mattino, che per noi è doppia festa. Dopo la corsa infatti ci fermiamo per una grande colazione, momento di socializzazione e risate».

 

donne3Un servizio vincente, fatto di cose semplici e al tempo stesso curato nei minimi dettagli. Alla base del gruppo un forte senso di appartenenza fondato sull’amicizia e la condivisione di esperienze comuni, enfatizzato dall’uso di una divisa collettiva dai calori accesi che esprime appieno il concetto di unione.

«In questo ‘volemose bene’ siamo molto scrupolosi e  svolgiamo attività fisica in totale sicurezza. Siamo monitorati costantemente, con noi ci sono l’istruttore e alcuni dei ragazzi del Gruppo Sportivo. Ci sottoponiamo alla visita medica per la pratica dello sport annualmente e ci interfacciamo con una nutrizionista ed un fisioterapista. Ad oggi gli effetti della corsa sono evidenti in termini di resistenza muscolare, ma quello che più ci da soddisfazione è la fitta rete di rapporti umani instaurati. Abbiamo reso uno sport individuale un’esperienza di socializzazione, dalla quale sono nate amicizie sane. Speriamo di continuare a crescere e che tante altre donne prendano parte a questa bella iniziativa».

 

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